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La manifestazione del 12 ottobre a Roma: l'Anpi non aderisce

"Non possiamo aderire a iniziative che, pur legittime, prospettano piattaforme politico-programmatiche. Resta fermo il nostro impegno per salvaguardare la Costituzione. Urge un forte rilancio delle linee del 2 giugno a Bologna".

Questo in estrema sintesi il senso del documento approvato oggi 25 settembre dalla Segreteria nazionale dell'Anpi a proposito della manifestazione indetta, tra gli altri, da Rodotà, Zagrebelsky, Landini, per il 12 ottobre a Roma.

"La Segreteria Nazionale dell’ANPI, in relazione alla manifestazione indetta a Roma per il 12 ottobre, pur condividendo in linea di principio, gli obiettivi di fondo del documento “La via maestra” e in particolare l’obiettivo della difesa – senza conservatorismi, ma con assoluta intransigenza – della Costituzione contro ogni attacco, da qualunque parte provenga, ribadisce la necessità di continuare – prima di ogni altra cosa – a perseguire l’obiettivo che ci si era prefissi a Bologna, il 2 giugno, di fronte al pericolo reale e concreto di una riforma Costituzionale inaccettabile nelle modalità e nei contenuti",

Si spiega: "Considerato che in questa fase, mentre già sta procedendo speditamente il cammino del disegno di legge costituzionale che modifica l’art. 138, in una sorta di diffusa disattenzione, il problema principale non è quello di ampliare gli obiettivi (nelle dichiarazioni di alcuni promotori si delinea addirittura un vero e proprio programma politico) e rivolgersi solo alla piazza, ma è quello di combattere una battaglia specifica, che riesca a coinvolgere tutti i cittadini e non solo una parte di essi e che non si presti ad equivoci e strumentalizzazioni; a questo fine, ciò che occorre, al di là della propaganda, è la formulazione di un serio e concordato programma di iniziative concrete e coordinate, sempre sul tema specifico del 2 giugno, che invece – nei documenti più recenti – è praticamente finito nell’ombra".

E si aggiunge: "Ritenuto che non è possibile chiedere l’adesione dell’ANPI, su materie di tanto rilievo, senza coinvolgerla in alcun modo nella fase della preparazione e delle scelte delle modalità; che peraltro l’ANPI resta ferma sulla linea chiaramente espressa nel comunicato 18 maggio 2013, manifestata e largamente condivisa nella manifestazione del 2 giugno, a Bologna; e in particolare ribadisce l’invito a tutti i propri organismi e a tutte le associazioni interessate a mobilitarsi per informare, chiarire, discutere, con tutti i cittadini sulle tematiche dei progetti di riforma su cui si stanno impegnando Governo e Parlamento".

La segreteria nazionale dell'Anpi "propone che l’Associazione “Salviamo la Costituzione”, che tanti meriti si è acquisita in questi anni (e soprattutto in occasione del referendum del 2006) nella difesa – senza conservatorismi – della Costituzione e dei suoi valori, si faccia promotrice al più presto di un incontro quanto meno delle maggiori associazioni partecipanti alla manifestazione del 2 giugno a Bologna, per concordare le modalità per un prosieguo forte della battaglia contro le progettate riforme costituzionali, lanciando anche iniziative di informazione pubblica sia sugli aspetti critici della riforma in discussione proposta in Parlamento dal Governo, sia sulle questioni sulle quali alcune riforme coerenti con la struttura complessiva della Costituzione sarebbero facilmente realizzabili e addirittura auspicabili".

Si sottolinea po che "gli iscritti dell’ANPI sono liberi di partecipare alla manifestazione del 12 ottobre, a titolo personale. Sono invitati, peraltro, a promuovere ed a partecipare attivamente a tutte le iniziative che verranno organizzate dall’ANPI nazionale e dagli organismi periferici in questa materia, nella certezza che l’impegno sarà lungo e complesso e dunque occorrerà dispiegare tutte le energie disponibili".

"Resta ferma la disponibilità dell’ANPI - si sottolinea - a partecipare anche ad iniziative di più ampio respiro, se concordate preventivamente nelle modalità e negli obiettivi e non suscettibili di entrare in un campo squisitamente politico, che sarebbe estraneo alle finalità ed alla natura dell’ANPI".

"Infine, l’ANPI ringrazia il prof. Rodotà, il prof. Zagrebelsky, la prof.ssa Carlassare e Sandra Bonsanti per aver dato risposta ad alcuni dei quesiti posti con la lettera del 19 settembre, assicurando che l’Associazione non dubita minimamente delle intenzioni e della lealtà dei promotori stessi, con i quali si augura di poter collaborare ancora, com’è accaduto spesso nel passato, in quello spirito imprescindibile di comprensione reciproca, di collaborazione e di rispetto e stima che ha contrassegnato e deve contrassegnare i rapporti associativi e quelli personali. Restano peraltro le perplessità relative alla oggettiva natura ed agli effetti collaterali della manifestazione, al di là della stessa volontà di alcuni dei promotori (un esempio significativo: sui giornali di oggi c’è chi afferma che non sarà una manifestazione “contro” ma una manifestazione “per”; e il “per” consisterebbe in “un piano di investimenti straordinari, pubblici e privati, per difendere il lavoro e riqualificare l’industria e per chiedere più servizi sociali”. In altre dichiarazioni si precisa che “occorre ricostruire uno spazio politico vuoto, perché è in gioco la democrazia”. Secondo altri organi di stampa, le parole d’ordine della manifestazione, virgolettate, sarebbero, “una grande coalizione sociale per uscire dalla frammentazione e trasformare l’Italia”.

"Tutto è legittimo - si rileva - ma ogni cosa a suo tempo e luogo. Oggi, secondo l’ANPI, l’obiettivo fondamentale resta quello di vincere la battaglia, in tutte le fasi, compreso, ove occorra, il referendum, contro un progetto di riforma che per metodo e contenuti è da respingere, nell’interesse del Paese ed in nome dei principi e valori espressi dalla Costituzione Repubblicana e tuttora validissimi".

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