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La nuova stagione dell'ANPI

Questa volta, voglio dedicare le mie note al ricordo della magnifica esperienza che abbiamo fatto, insieme ad una quarantina di giovani, a Ventotene, nei giorni 4-5-6 ottobre, con l’intervento anche di gran parte della Segreteria Nazionale.
Avevamo preparato da tempo e con convinzione questo incontro che aveva più motivi di ispirazione e di aspirazione. Anzitutto, far conoscere a un gruppo consistente di ragazze e di ragazzi un luogo di “confino”, dove il fascismo allontanò coloro che si opponevano al regime, isolandoli perfino dalla popolazione civile dell’isola.

Non posso elencare le persone, anche importanti, che vi furono ristrette; ci sono alcuni nomi molto noti (Pertini, Spinelli, Di Vittorio, Terracini, Longo, Amendola, Basso, Rossi, Ravera) che parlano per tutti; e questo obiettivo è stato raggiunto con una spiegazione molto chiara e diffusa di Filomena Gargiulo su come vivevano i confinati, chi erano, cosa facevano e come si comportavano, insomma la loro vita nell’isolamento; e poi con una “lezione” del prof. Ganapini sul fascismo e sul binomio repressione-ricerca del consenso.

Poi, c’era una bella mostra realizzata dalla Famiglia Banchieri in ricordo di alcuni componenti della famiglia, antifascisti da sempre e per sempre; la mostra è stata presentata e illustrata molto bene e con grande chiarezza da uno dei nipoti, Giorgio Banchieri.
L’altro obiettivo era quello di far incontrare, appunto, più di quaranta fra ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, perché si conoscessero e si scambiassero esperienze ed idee; ed anche questo obiettivo è stato realizzato, perché nelle pieghe delle varie iniziative, nei momenti di libertà e nonostante il maltempo, si sono conosciuti, hanno parlato, hanno discusso, hanno fatto, insomma, su questo piano, un’esperienza che loro stessi hanno definito straordinaria.

Infine, c’era l’obiettivo di creare uno spazio di un paio di ore perché i ragazzi e le ragazze si incontrassero fra loro in una delle sale-convegno della splendida struttura che, a questi fini, è stata creata dal Comune di Ventotene (una struttura inusuale per una piccola isola e degna di essere collocata anche in città e in spazi più estesi; tra parentesi, le auguriamo sinceramente un grande successo di utilizzo, di iniziative, di convegni, così come merita). All’incontro tra i giovani, doveva seguire – ed è seguito – un confronto con il Presidente Nazionale. Ed anche questo obiettivo è stato raggiunto, anche se tutti hanno concordato sul fatto che ci sarebbe voluto più tempo perché il confronto-dialogo si prolungasse ancora oltre i limiti imposti dal tempo e dal programma. Devo dire che anche in questo caso è andato tutto bene, con grande civiltà e con un grande sforzo comune di capirsi, al di là delle differenze generazionali e di comprendere bene, tutti, che cosa è e cosa deve essere, l’ANPI, in tempi difficili come questi e nelle nuove situazioni che le trasformazioni politico-sociali presentano.

Personalmente, ne sono stato molto soddisfatto perché ho visto ragazzi molto attenti e seri, ho percepito toni sinceri e rispettosi di tutte le idee; insomma, mi è parso un confronto vero ed appassionato, con un solo, evidente difetto: ce ne vorrebbero tanti di incontri così e con più tempo a disposizione.

Cosa che è stata percepita e colta da tutti, tanto che quando mi è sembrato giusto, sulla nave, sedermi in mezzo ad un gruppo di loro, per chiedere che cosa avrebbero voluto, in più, rispetto a ciò che si era potuto fare, la risposta è stata pressoché corale: più tempo e più
ampiezza del confronto, in modo che ognuno potesse superare le timidezze, i formalismi, le naturali difficoltà a parlarsi con franchezza quando ci si è appena conosciuti e quando si è divisi, inesorabilmente, da qualche decina di anni.

Devo dire, sinceramente, che sono stato interessato a tutto ciò che si è fatto e si è potuto fare, nonostante – ripeto – la flagellazione del vento e talora della pioggia, in questo fine di settimana; ma forse quello che mi ha dato di più è stato l’incontro, magnifico, sulla
nave, quando ci siamo parlati a viso aperto, con franchezza e amicizia e ne è uscita con chiarezza una indicazione precisa per le esperienze future. Di questa chiarezza e di questa sincerità sono particolarmente grato a coloro che hanno partecipato agli incontri di Ventotene, perché questo ci rappresenta una esigenza e una necessità prioritarie: sviluppare il più possibile, in tutte le forme e con tutti i mezzi di cui possiamo disporre, l’incontro e il confronto con coloro ai quali, in un domani spero non troppo vicino, affideremo l’ANPI perché la portino avanti, non dimenticando le tradizioni, i valori e la memoria, ma rendendo tangibili gli intenti e soprattutto i frutti di quella che abbiamo definito, negli ultimi congressi, “la nuova stagione dell’ANPI”.

Faremo in modo che l’esperienza non vada dispersa, che i contatti che abbiamo realizzato si intensifichino e si approfondiscano, anche fra gli stessi ragazzi e ragazze che sono venuti a Ventotene. Ma chiedo, ai nostri dirigenti provinciali, ai coordinatori regionali, ai nostri dirigenti, insomma (compresi i presidenti di sezione) di consentire e agevolare la “socializzazione” di questa preziosa ed emozionante esperienza. Non potremo mai raggiungere tutti i giovani che aderiscono all’ANPI; possiamo fare solo iniziative, di vario tipo, per gruppi ed intensificarle, se i mezzi ce lo consentiranno; ma sarebbe gran male se restassero solo belle esperienze di pochi e non riuscissimo a trasmetterle a tutta le strutture dell’Associazione perché ne facciano tesoro e trasformino le esperienze, i risultati, in iniziative, che a loro volta produrranno i loro frutti.

Insomma, non lasciate da solo, questo gruppo di ragazze e ragazzi, a ricordare la bella esperienza di Ventotene, ma aiutateli a crescere e svilupparsi ancora di più; se ci riuscirete, vedrete con facilità che questo aiuterà a crescere tutta l’ANPI, perché abbiamo bisogno di una forte iniezione di energie giovanili, con la loro carica di pensieri, di idee, di volontà, di entusiasmo che faranno diventare ancora
più grande, attiva, efficace la nostra meravigliosa Associazione.

Per concludere, voglio ricordare, con gratitudine, che la sera di sabato abbiamo assistito anche ad uno spettacolo realizzato da una giovane (e bravissima) attrice, con un tecnico delle luci e dei suoni e perfino con l’aggiunta di pupazzi, burattini ed altre strumentazioni di
grandissima fantasia. Uno spettacolo bello e pieno di inventiva, dedicato al ricordo della vita e delle vicende politiche di una giovane donna, passata dal “distacco” borghese all’impegno politico organizzato, alla Resistenza, ad Auschwitz, sopravvivendo a tutto e rimanendo
sempre se stessa, impegnata e antifascista.

Uno spettacolo–insegnamento di vita, da ricordare davvero anche per la sua freschezza giovanile, coniugata ad una professionalità
anticipatrice di successi futuri, che – di cuore – auguriamo ai due giovani, simpatici e disponibili come si deve essere sempre, ma soprattutto alla loro età (ricordo, per chi volesse sperimentarli, che si tratta di Marta Cuscunà e Marco Rogante, autori e realizzatori di “un
progetto di teatro civile per un’attrice, 5 burattini e 1 pupazzo”, nello spettacolo “è bello vivere liberi!”).

Alla fine, un ringraziamento sincero a tutti coloro che si sono impegnati per la riuscita di questa esperienza, che ho voluto già da qui “socializzare”, ai tanti che sono stati preziosi per curare ogni particolare anche logistico, al Sindaco di Ventotene che ci ha messo a
disposizione la splendida struttura di cui ho detto e che – per un tratto – ci ha fatto da guida nelle stradine cariche di ricordi e di storia dell’isola, al medico cardiologo che ci ha fatto anche da autista quando imperversava la pioggia ed è stato sempre con noi, per aiutarci,
con una disponibilità straordinaria, ai dirigenti di Latina ed ai “ragazzi di Latina” che hanno organizzato, all’entrata della Sala riunioni, un bellissimo e significativo gazebo; a tutti insomma, coloro che hanno creduto fin dall’inizio, a Roma, a Latina, a Ventotene, in questa
iniziativa ed hanno fatto di tutto perché si realizzasse al meglio, dedicando, a questo scopo,
impegno, tempo, sacrificio.

Grazie anche alla pazienza delle ragazze e ragazzi partecipanti, ai quali abbiamo inflitto, forse, un programma troppo impegnativo e senza tregua, incalzati dal tempo (anche da quello meteorologico), ma che hanno impavidamente resistito a tutto, con la loro giovinezza e la loro simpatia (che hanno fatto molto bene anche a noi).

Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi