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"Abbiamo vinto ma non possiamo abbassare la guardia"

di Carlo Smuraglia*

Come è noto, a Milano c’è stata, il 18 dicembre, una grande manifestazione antifascista, promossa dall’ANPI, dalla Camera del lavoro, dalla Comunità ebraica, da Libera, da tutti i partiti del centro sinistra e da tante associazioni. Una manifestazione pacifica, in cui i brevi discorsi del Presidente dell’ANPI milanese e del Segretario della Camera del lavoro di Milano, Rosati, sono stati intercalati da musiche, cori, letture di brani significativi, effettuate da artisti di grande professionalità e di grande impegno civile.
La manifestazione voleva essere una testimonianza di antifascismo, a fronte dei reiterati tentativi di trasformare Milano in una città fascista, contro le sue tradizioni e contro i suoi connotati profondamente democratici. L’occasione era stata l’annuncio dell’apertura di una nuova sede di “Forza Nuova” proprio in una zona centrale di Milano. La concessione fatta, con evidente leggerezza, dal Comune di Milano, proprietario dei locali, era stata - nei giorni scorsi - revocata, ma essenzialmente per ragioni di ordine pubblico, comunque tardivamente. In ogni caso, Forza Nuova aveva comunicato di essere decisa ad effettuare, l’apertura della sede. C’è voluta tutta la pressione dei promotori della manifestazione antifascista e la loro fermezza nel preannunciare e mantenere una manifestazione di segno contrario.
Prendiamo atto che fin qui è andata bene. Ma di certo non è finita e restano aperti alcuni interrogativi e alcuni problemi seri.
Anzitutto, gli esponenti di Forza Nuova dichiarano che hanno impugnato la delibera del Comune di revoca della concessione, e dunque ora la parola è al TAR. Ma c’è di più; essi aggiungono che sarebbero in corso trattative con l’Amministrazione comunale per avere comunque altri locali per la nuova sede.
Dunque, dobbiamo aspettarci ancora eventuali “sorprese” ed essere pronti a reagire.
Ma restano anche aperti i problemi di fondo.
Perché i neo-fascisti, negli ultimi tempi, hanno ripreso tanto vigore e con crescente frequenza tornano alla ribalta, soprattutto a Milano, ma anche altrove?
La risposta mi pare evidente: da un lato si sentono in qualche modo “protetti” da una parte dalle istituzioni; dall’altra, vi sono reali e chiare dimostrazioni che in diversi organismi istituzionali c’è molto di più della semplice tolleranza. Significative, al riguardo, le sprezzanti parole pronunciate dal Vicesindaco di Milano in relazione alla grande manifestazione antifascista del 18 dicembre.
Per alcuni, si tratta di quella che i poeti (ma qui non c’è nulla di poetico) chiamavano “corrispondenza di amorosi sensi”; tant’è che alcuni Consiglieri comunali si erano dichiarati pronti a “difendere” la nuova sede con gli amici (o camerati?) di Forza Nuova. Per altri, c’è una straordinaria e rivelatrice prontezza nel concedere sedi e patrocinare iniziative, anche se di sapore schiettamente fascista, se non peggio. Per altri ancora, c’è un’evidente soggezione ad alcuni organi dello Stato, dove – come è noto – si annidano altri amici (o camerati?). Ed è così che anche le peggiori iniziative sono state tollerate oppure – al più – vietate non per quel che sono, ma per motivi di “ordine pubblico”.
Questo insieme di elementi non solo dimostra la pervicacia di quelli che non possono più essere definiti solo come “nostalgici”, ma rivela anche un “clima” istituzionale, nel quale evidentemente non solo gli aderenti a Forza Nuova, ma anche tutti gli appartenenti all’ampia galassia di movimenti di tipo fascista o nazista, confidano di poter riporre fiducia. In estrema sintesi, non è privo di significato il fatto che da un lato si concede a gruppi neofascisti di aprire nuove sedi e dall’altro si dimezzano, a livello nazionale, i contributi ad una Associazione come l’ANPI, che fin dal 1945 è stata riconosciuta come Ente morale.
Per questo, possiamo essere soddisfatti per una manifestazione chiara, lineare e ben riuscita (anche se qualcuno ha protestato lo stesso, perché sarebbero diminuite le vendite – se c’è davvero - prenatalizie, in quella zona, dimenticando che il calo delle vendite è dovuto alla crisi), ma non possiamo riporre nel fodero le nostre “armi” (democratiche) e dobbiamo insistere perché ci si ricordi che questa Repubblica è, per definizione democratica e antifascista, come si rileva non solo da singoli articoli, ma dall’intero complesso del sistema costituzionale. E una Repubblica democratica non può tollerare simboli, scritte, manifestazioni che ci riportano ad un passato di orrore e di sangue. È inutile che si voglia continuare a far credere che gli italiani sono sempre “brava gente”, assolvendo così il fascismo nel suo complesso.
Questi “bravi” fascisti ci hanno condotto alla rovina, ci hanno fatto partecipare (e perdere) a una guerra rovinosa, hanno torturato, deportato e fatto morire tante persone inermi e tante impegnate nella ricerca della libertà.
Tutto questo non può essere dimenticato e non deve tornare mai più in nessuna forma. Abbiamo il dovere morale di “presidiare” ogni giorno questa Repubblica ancora immatura in alcuni gangli dello Stato e fare in modo che essa divenga, fino in fondo, quella che i partigiani, i deportati, i combattenti per la libertà hanno sognato e che è chiaramente definita nella Carta Costituzionale.

*Presidente dell’ANPI milanese

http://www.youtube.com/watch?v=rbUC6z8Y-9I

http://www.youtube.com/watch?v=5dI5l70MekM
http://www.youtube.com/watch?v=B1GDJGEKNoQ

http://video.corriere.it/milano-manifestazione-contro-fn/5a54f56e-0ad3-11e0-b99d-00144f02aabc

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