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16° Congresso Nazionale ANPI

Documenti del 16° congresso ANPI

 Manifesto del 16° congresso ANPI

Un'importante sentenza del Tribunale Militare di Verona, nell'ammettere l'ANPI come parte civile in un processo relativo a stragi compiute nel 1944 da nazifascisti, ha dichiarato testualmente: “l'ANPI è storicamente l'erede, in forma statutariamente riconosciuta, di tutti quei gruppi e formazioni che dal 1942-'43 in avanti hanno costituito centro di riferimento collettivo di grandissima parte della popolazione italiana, che animata dal medesimo sentimento di restituire al Paese libertà e democrazia, ha agito nelle più avanzate forme, anche non necessariamente armate. Di quei gruppi e formazioni l'Associazione è l'erede spirituale, stante l'identità dei fini”.

Una frase bellissima, che ci onora e ci impegna. Essere eredi spirituali di un patrimonio di immenso valore significa non solo “amministrare e gestire” quel patrimonio valoriale, ma anche farlo vivere, nel concreto, realizzando i sogni, i pensieri, le attese di chi è caduto per la libertà. Significa che i tempi e le condizioni politiche, sociali, economiche, morali, possono cambiare, ma quei fini (libertà e democrazia) vanno sempre perseguiti, con ogni mezzo e con ogni strumento, anche adattandosi, nelle modalità, alle innovazioni politiche e culturali, ma restando fedeli ai princìpi e facendo sempre tutto ciò che è possibile per renderle operative nella realtà.

Questo dunque, ci impegna – prima di tutto – ad essere noi stessi, noi Associazione Partigiani d'Italia, orgogliosi del patrimonio morale di cui disponiamo, ma decisi a conservarlo e praticarlo, tenendo ferma la nostra identità, la nostra autonomia, la nostra indipendenza rispetto ad ogni fattore esterno, in relazione agli anni grandiosi della Liberazione d'Italia e della Costituzione.

Noi non “rottamiamo” nessuno; cambiano le generazioni, ma non cambia il nostro logo, nel quale sono riassunti tutti i nostri valori, quelli della Resistenza e della Costituzione repubblicana. I tempi si fanno più difficili, ma per noi resta fermo l'imperativo categorico di far svolgere all'ANPI il ruolo che le è stato assegnato dalla storia, senza iattanza, con la consapevolezza e l'orgoglio di ricordare sempre da dove veniamo, chi siamo e chi dobbiamo essere; e soprattutto di come dobbiamo guardare al Paese, non dall'alto di una sorta di inesistente, nobiltà ma con la coscienza critica, di chi vuole, pretende, esige (e ne ha il diritto per l'eredità di cui siamo investiti) che quei valori vengano rispettati, attuati, resi sempre più concreti e tangibili. È questo il senso della nostra attività, del nostro lavoro, in definitiva proprio della nostra stessa esistenza: come una Associazione che non vive di ricordi, ma li fa vivere, guardando al presente e al futuro.

Ai dirigenti, agli iscritti, ai vecchi e ai giovani, alle donne e agli uomini deve essere chiaro e fermo che l'ANPI esiste ed esisterà per difendere la democrazia, per praticare l'antifascismo, per ottenere libertà, eguaglianza e dignità, nel nome della fratellanza e della solidarietà, che furono tanta parte della Resistenza e che debbono restare il collante di tutti i sinceri democratici, contro ogni rischio di deviazioni rispetto al percorso che la Costituzione, in nome di tutti i combattenti per la libertà ci ha perentoriamente indicato.

28 Ottobre 2015
Comitato Nazionale ANPI


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