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Smuraglia: "Siano prioritari i gravi problemi del Paese non le vicende partitiche"

Ovviamente, non posso dire nulla per ciò che attiene alle vicende interne del Partito democratico, di cui si sta occupando ampiamente la stampa. Ci sono, sullo sfondo, divergenze politiche, che in un modo o nell'altro dovranno essere risolte; ed io spero – quale che sia la forma che assumerà la soluzione finale – che essa risponda all'interesse della chiarezza politica e della democrazia. Il Paese ha bisogno di partiti che siano davvero corrispondenti alle indicazioni dell'art. 49 della Costituzione; e dunque tutto ciò che li riguarda fa parte essenziale della politica e del futuro del Paese.

Non posso però nascondere una preoccupazione. Abbiamo trascorso gran parte dello scorso anno dentro una campagna referendaria “infinita”, al di là degli stessi confini temporali previsti dalla legge. E molte cose sono rimaste ferme, come in attesa del “giudizio” finale. Dopo, c'è stata una pausa di riflessione (per chi ha avuto la forza e il coraggio di farla, una vera riflessione ) e poi l'insediamento di un nuovo Governo (“nuovo” è un eufemismo, perché in realtà è cambiato il Presidente del Consiglio e poco più) . Questo Governo ha cercato di lavorare come poteva, non conoscendo le proprie prospettive e neppure la durata e sentendo su di sé – anche se di rimbalzo – le vicende politiche di cui si è detto.

Adesso avremo il Congresso del partito di maggioranza, le elezioni amministrative, forse i referendum “sociali”; e non abbiamo segni indicatori, chiari e tranquillizzanti, circa la durata possibile di questo Governo.

Il rischio è che, ancora una volta, i grandi problemi che affliggono il Paese, vengano – di fatto – accantonati, in una pausa, più o meno lunga, ma certo non brevissima. E qui sta la preoccupazione più viva. Il Paese è fra gli ultimi, in Europa, in fatto di ripresa; la disoccupazione è tuttora ad altissimi livelli, così come il precariato, e come la condizione dei giovani, privi – allo stato – di concrete prospettive. Dobbiamo riparare ai danni dei terremoti e porre in essere misure di prevenzione, per contrastarne gli effetti, nel caso che le scosse continuino. Lo stesso sistema bancario scricchiola e sul piano degli investimenti le prospettive sono assai limitate.

Una situazione del genere investe la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, il lavoro, la dignità della persona, insomma i valori cardine della Costituzione.

Il rischio che proprio la realizzazione concreta di questi valori passi in secondo piano, è molto alto. E non c'è dubbio che un periodo, più o meno lungo, di “distrazione” rispetto agli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti, sarebbe deleterio non solo per l'economia, ma per la vita stessa dei cittadini e per lo sviluppo della nostra società.

Lanciamo, dunque, non solo un preoccupato allarme, ma anche e soprattutto un pressante invito alle forze politiche e alle Istituzioni perché – pur nel necessario svolgimento delle vicende politiche e partitiche – i temi cui ho brevemente accennato vengano posti in prima linea e considerati per quelli che sono, cioè fondamentali per la vita delle famiglie e per la convivenza civile. Ci deve essere il tempo per queste esigenze ed anzi esse devono essere in primo piano, senza cancellare le vicende più schiettamente partitiche, che hanno pure le loro necessità, ma non possono farle diventare prioritarie.

Confidiamo nel senso di responsabilità di tutti e ci appelliamo alla saggezza del Presidente della Repubblica perché sappia far capire ai soggetti politici ed alle stesse Istituzioni che l'assoluta priorità è il Paese e dunque occorre sbloccare i tanti provvedimenti che da tempo giacciono in Parlamento e adottarne altri, di più lungo respiro, per creare nuove prospettive di sviluppo e di lavoro e per abbattere i nostri mali, ormai atavici, come la corruzione, il malaffare, la criminalità organizzata.

Carlo Smuraglia

(da ANPInews n.235 - 21/28 febbraio 2017)

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