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"SONO TORNATO è un film di una parzialità sconcertante"

Ho visto in anteprima “Sono tornato” e l'effetto fortemente provocato è stato quello di un'immagine e di una visione dell'Italia di una parzialità sconcertante, al punto di avere quasi imbarazzo nello scrivere un commento. Ma l'ANPI ha il dovere di dire vista la delicatezza della materia e la drammatica portata di storia e inciviltà criminale del fascismo. Sfilano nel film, ambientato nell'oggi, figure che si dividono fondamentalmente tra cialtroni, ignoranti e individui fatti di insana nostalgia. In mezzo troneggia il duce redivivo che fra passaggi parodistici, momenti di commozione (quando in internet vede l'immagine della Petacci), trombonate sloganistiche, e barbarume razzista, diventa un personaggio televisivo apprezzatissimo grazie alla fame di “share” di una redazione selvaggia. Procede così questo film, esclusivamente in quell'Italia che il regista ha deciso di vedere. All'improvviso, un soffio di antifascismo e il trattamento riservatogli dalla sceneggiatura è a dir poco inquietante. Ecco. L'Italia reale, nata dalla Resistenza, l'Italia degli antifascisti e dei democratici, l'Italia che ha conoscenza e coscienza civile, in sostanza la maggioranza delle cittadine e dei cittadini, non solo è sparita nel film, ma quando si affaccia soccombe penosamente, da misera pazza. Davvero incredibile, prima ancora che insopportabile. Davvero indefinibile questo “Sono tornato”. Speriamo che riparta presto.

CARLA NESPOLO

Presidente nazionale ANPI

(da Sette - Corriere della sera n. 5 - 1 febbraio 2018)