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Cosa sta succedendo in Veneto?

Ma cosa sta succedendo in Veneto? Prima la – definiamola così - stravagante iniziativa della Provincia di Padova che ha avuto la pensata di diffondere uno strampalato calendario senza le feste nazionali del 25 aprile e del 1° maggio. E poi, mentre ancora monta la polemica - e la protesta - per il calendario taroccato, che cosa si viene a sapere? Che l’assessore alla cultura della Provincia di Venezia con piglio decisionista avrebbe deciso di epurare le biblioteche pubbliche dai libri firmati dagli autori a lui sgraditi, e più esattamente quelli che nel 2004 avevano sottoscritto una petizione a favore di Cesare Battisti, il terrorista condannato in contumacia per omicidio prima fuggito in Francia e poi in Brasile (per evitare l'estradizione in Italia) dove tuttora si trova, in attesa della scarcerazione promessa dall’ex presidente Lula.

Che dire? Un colpo di sole può capitare anche in gennaio. Caso da archiviare sotto il titolo: deliri di una seconda Repubblica con la febbre alta. Invece no: l’idea fa proseliti. Viene addirittura rilanciata dall'assessore regionale veneto all’Istruzione, Elena Donazzan.

Che si ripromette di rivolgersi con una lettera ai responsabili degli istituti superiori perché rimuovano dalle scuole i libri degli autori inseriti in una "lista nera" redatta non si sa bene da chi. Ora, sia chiaro, nessuna copertura a un assassino come Battisti. Ma che senso ha questo indigeribile spettacolo politicante? Appunto che senso ha un calendario senza l'indicazione di due feste nazionali come il 25 aprile e il 1° maggio? Che senso ha epurare le biblioteche pubbliche dai libri di scrittori di cui non condividiamo l'orientamento politico?

Certo, capiamo che cavalcare l’ondata di sdegno per conquistare magari qualche voto non sarà nobile ma è umano, soprattutto in questi tempi bui della politica nostrana. Ma c’è un limite a tutto. Non pretendiamo nemmeno il rispetto del buon senso. Ci accontenteremmo di un po’ di pudore.
Della serie, cari amministratori prima di parlare o, meglio ancora, decidere qualcosa, contate fino a tre. Anzi, facciamo tremila. Nel nostro interesse, s'intende. Ma senz'altro anche nel vostro.

Mi. Urb.