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Cirielli stavolta se la prende con Togliatti

SALERNO— Non è bastato manifesto «anti-partigiani» del 2010 in cui si affermava che «gli alleati, nel 1945, hanno salvato l’Italia e l’Europa dal comunismo»: il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli,stavolta celebra il 25 aprile 2011 accusando Palmiro Togliatti di complicità morale nei massacri di italiani nelle foibe. A nulla è valso l’appello dello scorso anno del presidente della Repubblica Napolitano, che aveva etichettato come «sgangherate battute» polemiche sull’anniversario della liberazione. Anche quest’anno, Cirielli ha firmato il manifesto commemorativo della Provincia non mancando di affondare accuse a gran parte del movimento di Resistenza. A dire il vero, fino e ieri, di manifesti commemorativi della Provincia ce n’erano solo due: ai due lati del portone di Palazzo Sant’Agostino. «La festa del 25 aprile -scrive Cirielli - celebra la riconquista della libertà del popolo italiano dopo l’occupazione nazista e la difesa dei valori fondanti per la dignità dell’uomo e per la convivenza civile e democratica della nostra comunità nazionale, compromessi dal fascismo».

E fin qui è chiaro il dietrofront di Cirielli rispetto alle opinioni espresse nel manifesto 2010. Chissà se in questo «ravvedimento» sarà servita l’accalorata presenza in piazza Ferrovia del senatore Tommaso Biamonte, che lo scorso 25 aprile partecipava - insieme ai reduci della lotta partigiana - ad una delle sue ultime uscite pubbliche? Il manifesto celebrativo della Provincia prende poi come obiettivo l’allora leader dei comunisti italiani Palmiro Togliatti, accusandolo di essere stato «complice morale della feroce pulizia etnica delle foibe scatenata dai partigiani jugoslavi del dittatore Tito» . Un’affermazione - quella sulle responsabilità di Togliatti - che non ricorre nel messaggio ufficiale della Provincia di Salerno dello scorso 9 febbraio 2011 (consultabile sul sito web dell’ente, ndr) per la celebrazione del Giorno del Ricordo, dove si parla unicamente di «un massacro provocato dalla pulizia etnica perpetrata dalla truppe jugoslave del dittatore comunista Tito».

Ma andiamo oltre. Dalla celebrazione della lotta partigiana di Liberazione (che dovrebbe caratterizzare il 25 aprile) si passa alla critica aperta nei confronti di quel movimento di cui «non si debbono tacere i limiti e le ombre". Infine il passaggio (ripreso da quello del manifesto 2010) nel quale il presidente Cirielli scrive: «L’intervento dell’America nella nostra terra ha sancito un’alleanza che ha garantito un lungo periodo di pace e di progresso economico e sociale senza precedenti, ed ha salvato l’Italia e, purtroppo, solo l’Europa occidentale dalla dittatura comunista» . Insomma il secondo tempo di un film già visto. Il primo si era concluso in piazza Ferrovia lo scorso 25 aprile con la mancata allocuzione da parte della Provincia di Salerno (era presente il vice presidente Anna Ferrazzano) e le note di «Bella ciao» intonate dai reduci della lotta partigiana. Per oggi è atteso il corollario di immancabili reazioni e polemiche.

Umberto Adinolfi