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L'on. che rivuole il PNF sconfessato a Chieti (la sua città)

Fuori da Chieti praticamente nessuno lo conosce. Al Senato è già tornato il signor nessuno nonostante per un giorno il suo nome si fosse guadagnato un meritatissimo spettacolo di fuochi artificiali non proprio amichevoli.
Già, ricordate la proposta di un emendamento per abolire la XII norma transitoria e finale della Costituzione, ovvero la norma che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista? Sì, sotto c’era anche la sua firma, quella dell’on. senatore Fabrizio Di Stefano. Che a Chieti è anche consigliere comunale. Targato Pdl come la Giunta che governa la città.
Ma sorpresa è soprattutto a Chieti che la sua idea non è piaciuta. Anzi, che ha mandato su tutte le furie non solo i rappresentanti delle opposizioni come in un certo senso era scontato, ma anche i centristi dell’Udc. E gli ex amici di Futuro e libertà? Loro, per non sbagliare, si sono mantenuti equidistanti e al momento di schierarsi si sono astenuti. Che comunque un bel segnale di amicizia proprio non è.
Tanto più se il documento messo ai voti era una sconfessione totale. Si dirà, normale che l’opposizione presenti un ordine del giorno dove s’invita il consigliere Fabrizio Di Stefano, nella sua veste di senatore, al ritiro della propria firma sulla proposta di abolizione della norma antifascista. Il guaio è stato che la maggioranza si è spaccata con l’Udc a votare come le opposizioni e il Fli a smarcarsi nell’astensione. Morale: Chieti la città del consigliere-senatore che rivuole il partito fascista si è ufficialmente dichiarato, a maggioranza, antifascista. Della serie, prendi e porta a casa.

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