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Danneggiato il monumento ai partigiani di Nichelino

A Nichelino, centro in provincia di Torino il monumento dedicato ai partigiani caduti durante la resistenza è stato danneggiato. Sono state distrutte quattro fotografie. Come risposta l'Anpi ha organizzano una manifestazione che si svolgerà domenica 9 ottobre alle ore 21 presso i giardini della Resistenza in via Vittorio Veneto, a Nichelino.

Interventi:
Diego Novelli, Presidente provinciale A.N.P.I.
Paolo Ruffino, Partigiano Brigata Garibaldi.
Pietro Rega, Presidente A.N.P.I. di Nichelino.
Roberto Placido, Presidente Comitato regionale della Resistenza.
Mario Morello, Presidente A.N.P.I. Mirafiori.
Pino Capozzi, FIOM-CGIL e Socio onorario A.N.P.I. di Nichelino.
Gianni De Stefano, Segretario Federazione della Sinistra di Nichelino.

Alda Bellato, Presidente Consulta delle Donne di Nichelino
Autorità, isituzioni, associazioni e gruppi del territorio.

Il monumento è stato sfregiato per la quarta volta nel giro di un anno e la seconda in due mesi. L'ultimo episodio risale a venerdì 30 settembre. Il monumento dedicato ai partigiani nichelinesi morti durante la Resistenza è stato danneggiato in maniera violenta. È stata spaccata una fotografia che va ad aggiungersi alle altre tre distrutte lo scorso 16 agosto.
"Sono andato a controllare, come spesso mi capita di fare, che tutto fosse in ordine e mi sono reso conto che anche questa volta il danneggiamento è stato grave", spiega Mario Tedeschi, vice presidente della sezione nichelinese dell'ANPI. "Appena ho visto quello che è stato compiuto ho chiamato il Presidente e l’ho avvertito della gravità della situazione".

Il commento del Presidente provinciale dell'A.N.P.I., Diego Novelli, è fermo: "Si tratta di un fatto gravissimo, anche se non è possibile sapere se sia stata la bravata di qualche teppista oppure un gesto con una connotazione politica. In ogni caso, questi sono i frutti di un clima mefitico e ammorbato dove si procede sistematicamente alla demolizione della memoria e al massacro di ogni forma educativa. Non voglio strumentalizzare un singolo episodio ma se si propone di abolire il 25 aprile e di equiparare repubblichini e partigiani, le conseguenze possono essere anche queste".

Non è la prima volta, purtroppo, che il monumento in ricordo della Resistenza nichelinese viene danneggiato. È un gesto di vandali o si tratta di un atto con una connotazione politica? "Lo scorso 16 agosto non avevamo sospetti e non potevamo azzardare conclusioni prive di fondamento. Oggi, però, sono convinto che sia un gesto con una forte connotazione politica. Il fatto che siano atti ripetuti conferma
questa tesi", spiega Pietro Rega, 26 anni, Presidente dell'Anpi di Nichelino."Speriamo sempre che sia un fatto legato al semplice vandalismo e alla spaventosa ignoranza che porta a rovinare questo monumento che, per noi, è sacro. Il monumento, inaugurato nel 1970, equivale ad una tomba del cimitero. Diversi partigiani morti, infatti, risultano dispersi e non hanno potuto avere una sepoltura. Probabilmente, per fugare dubbi, si potrebbe aumentare la sorveglianza in quel punto del giardinetto, magari attraverso l'installazione di una telecamera di controllo".

I volti dei partigiani che oggi non ci sono più, a causa di questo gravissimo gesto, sono quelli di: Mascherpa Bartolomeo, Marino Luigi, Robaldo Giuseppe e Emilio Morgan. Già due anni fa era successo un fatto preoccupante. "Nel settembre del 2009 abbiamo trovato, proprio all'ingresso del giardino della Resistenza, una croce celtica enorme e altri segni legati al nazifascismo. Questi gesti sono vergognosi e non fanno altro che aumentare il nostro impegno nel ricordare una storia che è stata scritta con il sangue di tanti giovani" sottolinea Pietro Rega "Questa volta abbiamo deciso di reagire con forza a questi atti vergognosi. Domenica saremo sotto il nostro monumento e daremo la parola ai partigiani nichelinesi che racconteranno a tutti i cittadini che cosa è stata la Resistenza. Sarà il modo migliore per rendere onore ai partigiani scomparsi che, oggi, sono senza volto. Voglio dire a chi ha compiuto questo gesto di intimidazione, che noi non abbiamo paura.
Continueremo a diffondere i valori di libertà e di democrazia che hanno animato i giovani protagonisti della Resistenza".