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"Nelle scuole s'insegni la cultura di pace, non quella di Rambo"

“No all’insegnamento dell’uso delle armi e della cultura militare nelle scuole”. Questo in sintesi il significato della presa di posizione unanime del direttivo provinciale Anpi Monza e Brianza – e successivamente recepita dal Comitato Regionale Anpi Lombardia - a proposito del cosiddetto protocollo del Ministro per la Difesa La Russa ed il Ministro dell’Istruzione Gelmini, denominato “Allenati per la vita”.
Una decisione sconcertante quella del governo che era stata denunciata dal settimanale cattolico “Famiglia Cristiana” (http://www.famigliacristiana.it/Informazione/News/articolo/scuola--educazione-militare.aspx).
In sostanza sulla base del protocollo dei due ministeri e di un successivo accordo tra la dirigenza scolastica ed il comando militare dell’esercito in Lombardia si prevedeva nelle scuole superiori l’introduzione di cosiddetti percorsi formativi comprendenti la divisione degli studenti in pattuglie, l‘insegnamento dell’uso delle armi con esercitazioni pratiche con pistole ad aria compressa, percorsi ginnico – militari, lezioni di cultura militare e sui mezzi dell’esercito. Infine, i corsi si dovrebbero concludere con un torneo provinciale tra studenti, che dovrebbero simulare esercitazioni basate sugli insegnamenti ricevuti.
Di fronte a una simile decisione il direttivo provinciale Anpi Monza e Brianza “esprime la più profonda indignazione”.
L’Anpi – si spiega in una nota - aborre il tentativo di introdurre nelle scuole una cultura diversa dai valori della pace e della non violenza”. “Anche i reduci militari, come avviene sempre con i partigiani e gli ex deportati nei campi di sterminio, vengono accolti nelle scuole ed ascoltati con rispetto, soprattutto quando spiegano agli studenti quanto la guerra faccia orrore, e quanto questo orrore non si riesca facilmente a cancellare”. “L’Anpi dice no al ritorno ai tempi dell’istruzione pre-militare dei “Giovani Italiani” che contraddistinse l’epoca fascista e chiede al Consiglio Regionale Anpi Lombardia di prendere posizione”. Inoltre “chiama tutti i cittadini democratici, le forze politiche e sociali democratiche ed antifasciste a mobilitarsi per respingere anche questo ennesimo tentativo di reintroduzione di elementi di fascistizzazione nella nostra Repubblica, per la pace e la libertà della quale sessant’anni fa 100.000 italiani sacrificarono la vita”.

“L’Articolo 11 della Costituzione nata dalla Resistenza – ricorda il direttivo provinciale Anpi di Monza e Brianza - recita che l’Italia ripudia la guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli”. Si chiede quindi “l’immediata cancellazione del protocollo ministeriale e di ogni sua applicazione locale” invitando il Ministro dell’Istruzione a prevedere - così come esplicitamente previsto e mai attuato dalla normativa sulla scuola emanata dall’attuale Governo - invece “percorsi formativi volti all’insegnamento dei valori ispiratori della nostra Costituzione: solidarietà, uguaglianza, fraternità e convivenza civile, esattamente il contrario di una scuola militare per nuovi Rambo”.