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Quei due operai antifascisti fucilati dalla Muti che avevano organizzato gli scioperi dei '43 alla Falk di Sesto

Giovedì 28 giugno, presso il villaggio Falck di Sesto San Giovanni, sono stai ricordati i partigiani Luciano Migliorini e Pantaleo De Candia, assassinati 68 anni fa da un reparto della Muti giunto da Milano.
Alla cerimonia è intervenuto il neo eletto Sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò.
Qui di seguito l'intervento di Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi milanese, durante la cerimonia a ricordo dei due partigiani fucilati dalla MUTI il 28 giugno 1944 a Sesto San Giovanni.

La guerra aveva provocato un netto peggioramento dei lavoratori nelle fabbriche sestesi. La dura denuncia del fascismo e della sua guerra da parte delle forze antifasciste, incontrava ora un terreno sempre più favorevole. Nel febbraio e nel novembre 1942 e ancora nel febbraio del 1943 si verificarono nelle fabbriche sestesi brevi scioperi spontanei preceduti e seguiti da forti proteste, originate soprattutto dai salari erosi dall’inflazione, dalle difficoltà negli approvvigionamenti alimentari, dovute al razionamento e quindi al sorgere e al ramificarsi del mercato nero.
La vittoria sovietica a Stalingrado, seguita a breve distanza dagli scioperi torinesi del 5 marzo 1943, faceva ulteriormente evolvere tutta la situazione politica, inducendo i lavoratori a organizzare nelle fabbriche di Sesto e di Milano uno sciopero che venne fissato per il 23 marzo alle ore 10.
Ma il reparto bulloneria dello stabilimento Concordia della Falck, a prevalente manodopera femminile, partiva in anticipo, alle 13,00 del 22 marzo. I fascisti, intervenuti in forze, non riuscivano nemmeno con le minacce a far riprendere il lavoro.
Il giorno dopo scendevano in sciopero, con tutte le fabbriche milanesi, gli altri stabilimenti Falck, la Ercole Marelli, la Pirelli, mentre alla Breda si fermavano parzialmente solo le sezioni IV e V. Lo sciopero riprendeva il giorno 27 marzo alla Falck ed il 29 alla Breda. Venivano effettuati complessivamente cinquanta arresti di lavoratori della Breda, della Pirelli, della Falck e della Ercole Marelli. Di essi trenta subivano il processo davanti al Tribunale territoriale di Milano e venivano liberati solo a fine agosto 1943.

Fra gli arrestati erano alcuni dirigenti della lotta clandestina che, nuovamente catturati dai tedeschi durante la Resistenza, sarebbero stati fucilati – come Giulio Casiraghi, Luciano Migliorini, Pantaleo De Candia – oppure inviati nei lager tedeschi da dove non sarebbero più tornati.
Nel marzo del 1944 esplose il primo grande sciopero politico nel corso del quale 8.700 lavoratori della Falck si astennero dal lavoro. Il 6 marzo, reparti della Brigata nera milanese Aldo Resega irruppero negli stabilimenti di Sesto e vi effettuarono numerosi arresti. Ma neppure questo attacco fiaccò la volontà di resistenza dei lavoratori.

In seguito a questo sciopero generale furono catturati 73 lavoratori della Falck e deportati nei lager nazisti, 45 vi morirono. In totale i deportati della Falck furono complessivamente 96 di cui 76 caduti.
Tra il 27 e il 28 giugno si ebbero sistematici rastrellamenti nelle abitazioni dei dipendenti della Falck e seguirono arresti in massa.
La sera del 28 giugno 1944 alle ore 20,30 tre torpedoni pieni di squadristi della Legione Autonoma Ettore Muti provenienti da Milano, giunsero in questo luogo che allora si chiamava Trattoria Tripoli a causa delle finestre in stile arabo, che era frequentato dagli abitanti del villaggio Falck e dai lavoratori della stessa Falck. Nel dopoguerra sarà il Circolo cattolico San Giorgio.
I clienti della Trattoria una sessantina, vennero fatti uscire dal locale e perquisiti e arrestati per essere trasferiti al Comando per essere interrogatori.
Luciano Migliorini, operaio della Falck Unione, militante del PCI clandestino dagli anni Trenta, già arrestato e incarcerato per gli scioperi del marzo 1943 e Pantaleo De Candia operaio antifascista della Breda, furono brutalmente interrogati e alle 21,30 vennero fucilati e i cadaveri abbandonati sul selciato davanti al “Tripoli”. Solo l’intervento del Parroco Don Carmelo consentiva di trasferire i corpi dei caduti nelle loro case.
Nel bellissimo libro “Gli occhi della memoria” del 2004, nel quale sono raccolti i temi del concorso per gli studenti di Sesto San Giovanni che ogni anno Annunziata Cesani prepara (quest’anno è stata premiata per il 25° anniversario dal Presidente della Repubblica) si parla di Luciano Migliorini. “Era un omone grande, guardingo, silenzioso. Era uno degli organizzatori dello sciopero, uno degli operai più politicizzati”.
Dopo la fucilazione dei due operai sestesi, la Muti saccheggiava il locale e l’abitazione della proprietaria rubando 200 Kg di sale, alimentari, zucchero, liquori apparecchi radio. Anche le abitazioni di Migliorini e De Candia venivano perquisite, anche qui gli squadristi come al solito rubarono danaro, alimentari sigarette e una radio.

Più tardi si seppe che uno sconosciuto, un provocatore, aveva consegnato a casa di De Candia, lui assente, un pacco contenente probabilmente un mitra smontato, o un suo pezzo di ricambio. Di qui il suo arresto e quello del compagno di lotta Luciano Migliorini.
A Luciano Migliorini venne intitolata la 184° Brigata Garibaldi SAP che aveva base operativa negli stabilimenti Falck. La Brigata, sorta sulla base dei preesistenti gruppi gappisti, si articolò in 7 distaccamenti che al momento della Liberazione comprendevano complessivamente 335 uomini.