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La vergogna di Affile

Ricapitoliamo. In un Comune italiano si decide di celebrare, con tanto di mausoleo, un criminale di guerra come il generale Rodolfo Graziani, simpaticamente soprannominato il “macellaio di Etiopia”.

Attenzione, criminale di guerra non perché lo diciamo noi, ma perché così sentenziò un Tribunale della Repubblica italiana condannandolo a 19 anni di carcere per le sue disumane atrocità.

Nonostante questo, un sindaco e una Giunta decidono di celebrarlo.
No, non ci aspettavamo una sollevazione popolare. I cittadini di Affile – amena cittadina a pochi chilometri da Roma - hanno liberamente eletto una giunta che ha trasformato in metodo lo sperpero dei quattrini del contribuente e l'oltraggio della storia.

Ci aspettavamo invece un'ondata di disgusto reattivo da tutti quei rappresentanti politici che ogni giorno si lavano la bocca appellandosi alla democrazia con tre “z”, al popolo con tre “p” e alla gente con tre “g”.

Insomma, c'è o no un deputato, un senatore, un consigliere regionale, un consigliere provinciale, che per cancellare la vergogna di Affile ritiene doveroso impegnarsi in una battaglia di verità per onestà storica e culturale prima ancora che politica?

Sia chiaro, sul banco degli imputati non c'è solo la politica. Non fa sconti a nessuno questa triste vicenda dove ignoranza e malafede s'intrecciano perfettamente nel disegnare il male oscuro di un Paese che spesso assieme alla memoria rinuncia alla sua dignità.

Già, dov'è lo Stato? Dov'è il prefetto? Dov'è il questore? Cosa significa il loro silenzio? Significa forse che in Italia si può esaltare tranquillamente un criminale e utilizzare soldi pubblici per omaggiarlo?

E dov'è quel giornalismo libero che è base della formazione delle coscienze civili? Sulla stampa italiana, della vergogna di Affile, solo qualche articolo.

Ne hanno parlato di più in Spagna, negli Stati Uniti, in Inghilterra. Scandalizzati e increduli, hanno pubblicato articoli e commenti il New York Times, il Daily telegraph, la Bbc, El Mundo.

Domanda facile facile: c'è ancora un giudice a Roma che si ricordi che i crimanali non si possono celebrare (con i soldi pubblici) e che l'apologia del fascismo è reato?

Dove dobbiamo andare a cercare il nostro giudice: in America, in Spagna, in Inghilterra?

mi. urb.