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Emilio Suardi

Nato a Romano Lombardo (Bergamo) il 1° aprile 1905, deceduto a Romano Lombardo il 4 febbraio 1983, operaio.

Giovane operaio alle officine Breda ferroviaria, dopo l'avvento del fascismo fu attivo nell'organizzazione comunista clandestina della fabbrica. Nel settembre del 1930, l'operaio antifascista fu licenziato e, per sfuggire alle persecuzioni, emigrò in Francia, dove prese i contatti con l'emigrazione comunista italiana. Arrestato a Lione nel 1932 ed espulso dalla Francia, Suardi adottò false generalità e si trasferì a Parigi. Lasciò la capitale francese soltanto nel novembre del 1936, per partecipare alla difesa della Spagna repubblicana. Dopo aver combattuto nella formazione "Picelli" passò nelle file del Battaglione "Garibaldi", battendosi contro i franchisti sul fronte di Madrid. Ferito a Boadilla e ricoverato all'ospedale di Benicasim, Suardi è nominato commissario del Centro sanitario. Guarito, diventa istruttore della 45a Divisione e commissario della XII Brigata "Garibaldi". Quando, nel febbraio del 1939, Suardi riesce a rientrare a Parigi è arrestato e, appena la polizia francese lo rilascia, lui si trasferisce a Grenoble, tenendosi in contatto col Centro del suo partito a Lione. L'occupazione tedesca della Francia vede l'emigrato italiano fra i primi organizzatori dei Franc-Tireur.Dopo la caduta del fascismo, Suardi rientra in Italia. La guerra di Liberazione lo vede in prima fila nella Resistenza parmense. Commissario politico del Comando unico militare del Nord Emilia e membro del Triumvirato insurrezionale, Suardi è incaricato di portarsi a Torino per un'importante missione. Durante il trasferimento, per un drammatico errore, cade in un'imboscata tesa da partigiani nel Novarese. Se la cava con una ferita e, subito dopo la Liberazione, torna nella Bergamasca per dirigere, per breve tempo, quella Federazione comunista. Sino al 1967 Emilio Suardi ha ricoperto vari incarichi nel suo partito.