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Riziero Galli

Nato a Milano il 9 gennaio 1919, deceduto a San Remo (Imperia) il 13 agosto 2005, operatore commerciale.

Imbarcato sull'incrociatore "Duca degli Abruzzi", il giovane Galli, durante la Seconda guerra mondiale, si trova a partecipare a tutte le operazioni della 1a Squadra navale. Dalla fine del '41 al settembre del '43 è dislocato presso i Comandi Marina di Cattaro e Tivat. L'armistizio lo sorprende in Montenegro e, con l'aiuto degli ex "nemici", riesce a sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi. Passa in Serbia, poi in Bosnia-Erzegovina, quindi in Slovenia e dopo tre mesi giunge a Milano. Il tempo di prendere contatti con compagni dell'Alfa Romeo e di iscriversi al Partito comunista. Poi Galli raggiunge le formazioni garibaldine di Cino Moscatelli e comincia la guerra partigiana. Di ritorno da una missione a Milano, l'ex marinaio incontra un sottufficiale radiotelegrafista, conosciuto durante il servizio in Marina, che lo esorta a "servire la Patria". È un invito a collaborare con gli occupanti tedeschi. Galli si mostra interessato e, dopo averne parlato con Moscatelli, ritrova il suo "contatto" e finisce per frequentare, a Rovereto, un corso del servizio di spionaggio nazista. Il gioco è estremamente pericoloso, ma Galli riesce così a smascherare un gruppo di spie fasciste, infiltrate nella Divisione Garibaldi "Nannetti", e a metterle in condizioni di non nuocere. Arriva l'insurrezione e Galli è a Milano, al comando dei partigiani della 111a Brigata SAP, formata in gran parte da operai e dipendenti dell'Alfa Romeo. Presta per un po' servizio nella Polizia, poi torna all'attività civile. Ma non dimentica il periodo della Resistenza. È attivo nell'ANPI milanese, prima nella sezione Vialba-Musocco, poi in quella Venezia-Monforte, dove presiede il Comitato permanente antifascista. Nel 1985, quarantennale della Liberazione, organizza, per i ragazzi delle scuole milanesi, borse di studio e concorsi sulla Resistenza. Ma la salute di Riziero Galli si fa malferma. Si trasferisce a Bordighera, ma ogni 25 Aprile torna a Milano, per percorrere tratti, di anno in anno più brevi, del corteo. Nel Sessantesimo, ha dovuto fermarsi in via Palestro.