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Alberto Jacometti

Nato a San Pietro Mosezzo (Novara) il 10 marzo 1902, deceduto a Novara il 9 gennaio 1985, laureato in Agraria, pubblicista e dirigente socialista.

Cresciuto in una famiglia di affittuari, si appassionò ai problemi dei lavoratori della terra e si laureò in Agraria a Cagliari. Militante socialista dal 1924 e attivo antifascista, nel 1926, dopo le "leggi eccezionali" e un paio di aggressioni squadristiche, Jacometti espatriò in Francia. Attivo tra gli italiani emigrati, sino al 1929 diresse a Parigi la rivista Iniziativa e quando fu espulso riparò in Belgio. Arrestato dalla Gestapo dopo l'invasione tedesca, Jacometti fu consegnato alle autorità fasciste italiane. Confinato a Ventotene, vi restò sino all'agosto del 1943. Lasciata l'isola a bordo di una barca in compagnia di Sandro Pertini, dopo l'8 settembre 1943 prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza piemontese. Membro del CLN di Novara in rappresentanza del Partito socialista, del quale diresse il settimanale Il Lavoratore, fu l'organizzatore (col nome di copertura di "Andrea") delle formazioni "Matteotti" operanti in quella zona. Dopo la Liberazione, Jacometti fu eletto deputato alla Costituente. Rieletto nelle tre successive Legislature (1946-1963), Jacometti, che nel PSI faceva parte, con Riccardo Lombardi, della corrente di "Riscossa socialista", è stato anche segretario del PSI e tra i fondatori &lquo; nel 1954 &lquo; dell'ARCI (l'associazione ricreativa e culturale dei lavoratori italiani). Ha diretto, oltre a Il Lavoratore, il Sempre Avanti a Torino negli anni 1947-48 e Socialismo nel 1948-49. Jacometti, che lasciò il PSI quando alla segreteria fu nominato Bettino Craxi, è stato per anni vice presidente dell'ANPPIA, membro del Consiglio nazionale dell'ANPI, tra i fondatori e membro del Consiglio direttivo dell'Istituto storico della Resistenza "Piero Fornara" di Novara. Nella sua feconda attività di pubblicista e di scrittore (ha diretto anche Resistenza unita), Jacometti ha lasciato, oltre al giovanile romanzo Fango nel sole, numerosissime altre opere letterarie e di memorialistica, di cui ricordiamo qui soltanto, del 1946, Ventotene e del 1960 Mia madre, che è stato tradotto anche in ungherese. Le opere e le carte di Jacometti (l'ultimo suo scritto: un articolo del 1985 per l'Avanti! sul terrorismo), sono raccolte in un fondo archivistico presso l'Istituto della Resistenza di Novara.