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Onilda Spiazzi Piubelli

Essere madre di un renitente alla leva fu la sola colpa di Nilde, come la chiamavano in paese. Il figlio Luigi, infatti, si era dato alla macchia e quando i fascisti, la sera del 28 luglio, si presentarono nella povera casa degli Spiazzi Piubelli, non vi trovarono che la mamma. Con le percosse, tentarono di farsi dire dove si fosse rifugiato il ragazzo con altri suoi compagni, ma da Nilde non ottennero la minima indicazione. Così i fascisti decisero di trasferire la povera donna nella sede del municipio per interrogarla più agevolmente. Per tutta la notte Onilda fu torturata dai suoi aguzzini, che non riuscirono a cavarle una parola di bocca. L'indomani, l'eroica donna fu vista uscire, barcollante e sorretta dal parroco, dall'edificio del Comune. Era attorniata dai suoi torturatori, che la piazzarono contro un muro e la fucilarono per il suo silenzio. Contro quel muro resta ora una semplice lapide.