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Fabrizio Maffi

Nato a San Zenone al Po (Pavia) il 2 ottobre 1868, deceduto a Cavi di Lavagna (Genova) il 23 febbraio 1955, medico chirurgo.

Espulso dal Partito socialista nel 1924, Fabrizio Maffi passò con i comunisti col nome di copertura di Barbi. Godeva di tale popolarità tra i lavoratori che lo stesso anno, nelle elezioni per la Camera, nelle quali Antonio Gramsci ebbe 6.184 voti, Maffi, candidato del PSI, ne raccolse in Piemonte 9.199. Dopo l'entrata in vigore delle Leggi eccezionali del 1926, il medico comunista fu arrestato e deferito al Tribunale speciale. Confinato per quattro anni, Maffi fu per tutto il ventennio oggetto di soprusi e minacce che non lo indussero mai a rompere i contatti con l'organizzazione antifascista clandestina. Dopo l'8 settembre 1943, i suoi compagni, temendo per la sua incolumità, riuscirono a fatica a convincere l'anziano medico a rifugiarsi in Svizzera. Dopo la Liberazione, Fabrizio Maffi fu eletto membro del Comitato centrale del PCI, prese parte ai lavori della Consulta e fu eletto deputato alla Costituente per un collegio di Milano. Senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano, Maffi ha lasciato importanti studi sulla profilassi e sulle terapie per la tubercolosi.