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Leopoldo Gasparini

Nato a Gradisca (Gorizia) il 21 gennaio 1894, morto a Gradisca l'8 gennaio 1969, impiegato.

Militante socialista, al Congresso di Livorno fu tra i fondatori del Partito comunista. Nominato segretario della Federazione comunista della Venezia Giulia, Gasparini nel 1922 divenne membro del Comitato centrale del partito. All'indomani dell'andata al potere del fascismo, fu licenziato dall'impiego, aggredito a più riprese dagli squadristi e gravemente ferito. Ciò non lo distolse dal suo impegno democratico, tanto che nel 1927, dopo la promulgazione delle "leggi eccezionali" fu arrestato. L'anno successivo, processato dal Tribunale speciale, Gasparini fu condannato a sette anni e otto mesi di reclusione. Fu, infine, confinato a Ponza e a Ventotene. Tornato libero dopo l'arresto di Mussolini, fu tra i promotori, dopo l'armistizio, della lotta partigiana nella sua zona, mantenendo i collegamenti con le formazioni armate in montagna e con le organizzazioni clandestine dell'Isonzo, della Bassa Friulana, di Monfalcone e di Trieste. Dopo la Liberazione ha diretto il quotidiano Il Lavoratore di Trieste. Ha quindi diretto la "Scuola quadri" del PCI a Faggeto Lario. Gasparini è stato anche sindaco dell'Unione dei Comuni, che si costituì negli anni sessanta a Gradisca.