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Idelmo Mercandino

Nato a Pralungo (Vercelli) il 25 agosto 1905, deceduto a Biella nel 2003, operaio meccanico.

Membro dell'organizzazione comunista clandestina biellese e attivo antifascista, nel 1928, due anni dopo la promulgazione delle "leggi eccezionali", Mercandino fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 3 mesi di carcere. Allo scoppio della guerra di Spagna, accorse volontario nelle Brigate Internazionali. Passò successivamente in Francia dove, nel 1939, fu internato nel campo di Vernet. Nel 1941 venne consegnato alle autorità italiane che lo confinarono a Ventotene. Mercandino riacquistò la libertà soltanto alla caduta di Mussolini. Tornato nel Biellese, dopo l'armistizio l'operaio antifascista contribuì alla formazione dei primi distaccamenti partigiani. Con i nomi di copertura di "Bottini" e di "Campo", Idelmo Mercandino operò prima nella zona, poi nel Veneto come ispettore delle Brigate Garibaldi. Dopo la Liberazione ricoprì importanti incarichi in organizzazioni democratiche del Veneto e nel PCI. Ritornato nel Biellese, s'impegnò con competenza e passione come segretario provinciale dello SPI-CGIL biellese e valsesiano.