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Luigi Viana

Nato a Candelo (Vercelli) il 10 febbraio 1896, deceduto a Candelo il 23 febbraio 1950, muratore.

Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito comunista nel Biellese (allora non ancora provincia). Nel 1924 divenne segretario della Federazione comunista di Biella. Aveva già alle spalle una condanna a 7 mesi e 15 giorni di reclusione, per "eccitamento alla disubbidienza alle leggi", quando, nell'ottobre del 1925, fu condannato a un anno di reclusione per "incitazione sediziosa". Seguì, per Luigi Viana, una condanna a cinque anni di confino, espiata in parte a Lampedusa e a Ponza, e poi l'espatrio clandestino in Francia, dove fu funzionario del Centro estero del suo partito. Eletto membro del Comitato centrale e addetto al "Soccorso Rosso", nel 1936 Viana fu tra i primi fuorusciti italiani ad accorrere in Spagna. Combatté contro i franchisti nella "Colonna Francisco Ascaso", poi nella "Rosselli" e infine, in Estremadura, nella Brigata Garibaldi. Internato, nel 1939, nel campo di Vernet d'Ariège, nel 1941 il muratore biellese (un omone che durante la detenzione aveva perduto 30 chili di peso), fu consegnato dalle autorità francesi alla polizia italiana. Assegnato di nuovo al confino, Viana lasciò Ventotene soltanto alla caduta di Mussolini. Dopo l'8 settembre 1943, partecipò alla Guerra di liberazione, come intendente della 2a Brigata Garibaldi operante in Valle d'Aosta. Con la sconfitta dei nazifascisti, Luigi Viana restò in Valle come segretario della Federazione comunista di Aosta, per dirigere poi, prima della morte prematura, il Comitato di zona del PCI in Valsesia.