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Alfio Caponi

Nato a Piegaro (Perugia) il 15 giugno 1914, deceduto a Perugia il 12 aprile 2004, operaio tipografo, dirigente sindacale e parlamentare comunista.

Era diventato antifascista a 12 anni, quando era stato schiaffeggiato dal padrone. Richiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, Alfio Caponi, subito dopo l'8 settembre 1943, tornò a Perugia e si ricollegò al movimento clandestino del Partito comunista, militando nelle file della Resistenza. Dopo la Liberazione, come segretario della Camera del Lavoro di Perugia, fu sempre alla testa delle lotte dei contadini umbri. Consigliere comunale di Perugia nel 1952, nel maggio del 1958 fu eletto deputato. Era tale la popolarità di Caponi, che nel 1963 fu eletto sia alla Camera che al Senato nel Collegio di Città di Castello-Gubbio. Optò per il seggio di Palazzo Madama, per tornare a Montecitorio con le elezioni del 1968. Sempre combattivo, diresse poi la Comunità Montana e dopo la "svolta della Bolognina" (che Caponi ebbe a definire "l'autodistruzione del PCI"), fu con Armando Cossutta, tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista. Dopo la scomparsa di Alfio Caponi, a Perugia gli hanno intitolato una strada e, nel 2006, il grande Parco naturalistico dei Monti del Tezio, che lui aveva fortemente voluto.