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Guglielmo Ghislandi

Nato a Breno (Brescia) il 15 agosto 1887, deceduto a Brescia il 3 marzo 1965, avvocato, primo sindaco di Brescia alla Liberazione, esponente socialista.

Ferito e mutilato durante la Prima guerra mondiale, fondò in Valle Camonica la Sezione mutilati e invalidi di guerra e fu membro del Comitato centrale della stessa associazione. Fu anche sindaco di Breno e consigliere provinciale. Eletto deputato nel 1919, coi voti degli ex combattenti, Ghislandi nel 1921 aderì al PSI. Antifascista attivo, nel 1926 fu radiato dall'Albo degli avvocati e nello stesso anno, dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste, fu confinato per due anni nel Potentino e gli fu poi intimato di tenersi lontano dal Bresciano. Ma nel 1943 l'avvocato torna al Nord e, nel periodo della clandestinità, assolve all'incarico di segretario della Federazione socialista di Milano e, nel marzo 1944, è membro della Direzione del PSI per l'Alta Italia. Nell'agosto dello stesso anno l'arresto di Ghislandi. I fascisti della banda Koch lo rinchiudono a "Villa Triste" e poi nel carcere di San Vittore. Quando torna in libertà, Ghislandi raggiunge la Val d'Ossola e si unisce alle formazioni partigiane. Dopo la Liberazione, l'avvocato socialista è designato dal CLN sindaco di Brescia e fa poi parte dell'Assemblea Costituente. Deputato del PSI dalla I alla IV Legislatura, nel 1964 Ghislandi aderisce al PSIUP e per questo partito è eletto consigliere provinciale. A lui sono intitolati a Breno, oltre ad una piazza ed una scuola, un Circolo culturale, attivo dal 1979, sul quale campeggia una targa voluta dai socialisti unitari camuni.