Salta al contenuto principale

Nullo Baldini

Nato a Ravenna il 30 ottobre 1860, deceduto a Ravenna il 6 marzo 1945, sindacalista e cooperatore.

Nato in una famiglia di tradizioni garibaldine, si orientò da ragazzo verso quegli studi tecnici che gli sarebbero serviti come base per la sua attività di cooperatore. Nel 1883, alla costituzione a Ravenna dell'Associazione generale dei braccianti agricoli, ne divenne il segretario e con questa riuscì a ottenere l'appalto dei primi lavori di bonifica dell'Agro Pontino. Nel 1901, Baldini creò la Federazione delle cooperative della provincia di Ravenna e, negli anni tra il 1919 e il 1924 in cui fu eletto deputato, fu membro del Comitato direttivo della Confederazione generale del lavoro.
Del tragico sviluppo degli avvenimenti che videro l'ascesa del fascismo, Baldini ebbe tardiva coscienza e soltanto dopo l'assalto squadristico alla sede della Federazione delle cooperative di Ravenna si rese conto della drammatica realtà. Dopo aver rifiutato la presidenza della Federazione (che gli venne offerta dai fascisti), Baldini espatriò prima in Grecia e poi in Francia. A Parigi riprese i contatti con gli antifascisti dell'emigrazione e organizzò cooperative tra gli emigrati. Gravemente malato, tornò a Ravenna nel novembre del 1941.
Dopo l'arresto di Mussolini, il governo Badoglio lo richiamò all'attività politica, nominandolo commissario della Federazione delle Cooperative. Nell'ottobre del 1943, Baldini fu tra coloro che ricostituirono, nella clandestinità, la Federazione socialista romagnola. Giunse a vedere la liberazione della sua città dai nazifascisti e all'indomani del 4 dicembre 1944 era già la lavoro per reintegrare il patrimonio della vecchia Federcoop ravennate che, oggi, è a lui intitolata.
Portano il nome di Nullo Baldini anche un quartiere di Ravenna, un viale, l'Istituto Tecnico Industriale Statale del capoluogo e molte strade di località del Ravennate, oltre che di Bologna e di Parma. Tra i tanti libri pubblicati su Nullo Baldini e sul suo lavoro si ricordano qui soltanto, di Silvano Bensasson Cooperazione e riformismo in Italia, pubblicato a Roma nel 1948, così come L'assalto del fascismo alla cooperazione italiana di Mario Franceschelli.