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Vincenzo Nardi

Nato a Montale (Pistoia) il 1° gennaio 1915, deceduto a Viareggio (Lucca) nel maggio 2001, laureato in Legge, Medaglia d'argento al valor militare, consigliere nazionale dell'ANPI.

In gioventù aveva studiato a Torino, dove s'era trasferita la sua famiglia, e quando a Firenze intraprese gli studi di Giurisprudenza, ebbe tra i suoi maestri Piero Calamandrei. Nardi divenne docente di materie giuridiche, ma al tempo stesso fu tra i promotori del nucleo liberal-socialista costituitosi a Pistoia tra il 1936 e il 1937. Per la sua attività antifascista fu arrestato due volte, tanto che, per sottrarsi alla sorveglianza della polizia, dovette lasciare la sua città. Chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, Nardi fu mobilitato in Francia. L'8 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi. Riuscito a eluderne la vigilanza, tornò in Italia e, raggiunta Pistoia, si mise in contatto col Partito d'Azione, diventando tra i primi organizzatori della lotta contro i nazifascisti nella provincia. Arrestato alla fine del 1943 e rilasciato nel febbraio del 1944, Nardi riprese subito il suo impegno, divenendo comandante della XII Zona. Come tale diresse le operazioni per la liberazione e il presidio di Pistoia, sino al sopraggiungere delle truppe angloamericane. Gianfranco Venturi, presidente della Provincia, parlando di Vincenzo Nardi in occasione della commemorazione tenuta a Palazzo Baly l'11 maggio 2001, ha voluto ricordare quanto è scritto nella motivazione della Medaglia al valore concessa a Nardi: "Ufficiale sottrattosi alla cattura tedesca, partecipava subito alla lotta clandestina, organizzando le formazioni GL della provincia di Pistoia, portandole in breve tempo ad essere un potente strumento bellico. In tale lotta rifulgevano le sue doti di comandante caratterizzate dallo sprezzo per il pericolo; tale attività, che culminava con la liberazione della città di Pistoia, lo trovava alla testa delle sue formazioni, con le quali riusciva a cacciare il tedesco invasore cinque giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate. Durante un contrattacco nemico, benché ferito da una scheggia, continuava a tenere il suo posto di comando, esempio e sprone ai propri partigiani, che riuscivano a ricacciare il nemico". Dopo la Liberazione Nardi fu nominato viceprefetto vicario di Pistoia. Alla fine del 1945, con lo scioglimento del PdA, aderì al PSI, di cui fu segretario regionale dal 1952 al 1954. Capogruppo socialista nel Consiglio comunale di Pistoia e poi vicesindaco, dal 1956 al 1974 presiedette la Provincia e fu anche presidente dell'Istituto regionale di programmazione economica della Toscana. Prestigiosi incarichi ricoprì anche a livello nazionale ed europeo. Fu, infatti, membro della Commissione centrale per la Finanza locale, del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e dell'ANAS, vice presidente dell'Unione delle Province d'Italia e vice presidente, a Strasburgo, del Consiglio dei Comuni d'Europa. Tutto questo, sempre riservando un'attenzione costante ai valori della Resistenza, che lo portò ad essere consigliere nazionale dell'ANPI, socio fondatore dell'Istituto storico toscano della Resistenza e poi presidente e, sino alla morte, presidente onorario dell'Istituto storico provinciale di Pistoia. Nardi si è distinto anche nell'incarico di "difensore civico". Non a caso Pier Luigi Guastini ha intitolato Politico galantuomo, un libro su Vincenzo Nardi pubblicato nel 2006.