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Augusto De Cobelli

Nato a Novara nel 1909, caduto in Val d'Idice (Bologna) il 23 marzo 1945, maggiore dell'Esercito, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Dopo aver frequentato la Scuola militare di Modena, era stato destinato al 6° Reggimento alpini. Prese parte alla Seconda guerra mondiale in Africa Orientale (dove meritò una Medaglia d'argento) e in Grecia e, dal gennaio 1944, alla Guerra di liberazione nazionale. Dopo l'8 settembre 1943 il capitano Augusto De Cobelli aveva, infatti, passato le linee mettendosi a disposizione dell'Esercito del governo Badoglio. L'ufficiale riceve l'incarico di costituire in Abruzzo un battaglione alpini, che nasce come Btg. "Abruzzi" poi ribattezzato Btg. "L'Aquila". Con la promozione a maggiore ne assume il comando. Fra il 15 ed il 17 marzo 1944 il reparto, che faceva parte del Gruppo di combattimento "Legnano", inizia l'avanzata lungo Passo Raticosa, Piancaldoli, quindi entra in linea nella Valle Idice. Nella notte del 23 marzo durante una ricognizione fuori dalle linee per meglio studiare lo schieramento per una successiva azione, nel corso di un improvviso scontro a fuoco con una pattuglia tedesca, De Cobelli è gravemente ferito in località Ca' di Bazzone. Trasportato presso la 51a Sezione Sanità, muore serenamente, dedicando le ultime parole ai suoi giovani alpini. La motivazione della Medaglia d'oro alla sua memoria recita: "Ufficiale di leggendario valore, già ripetutamente distintosi in precedenti campagne, sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative, che portava al fuoco suscitando l'ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate. In una ricognizione da lui diretta oltre le linee, effettuata per valutare la consistenza dell'occupazione nemica, su di una posizione la cui conquista avrebbe meglio salvaguardato l'integrità della difesa e creata la necessaria premessa per la prossima azione offensiva, cadeva eroicamente. Col suo sacrificio egli volle infondere in ciascuno dei suoi alpini la sicurezza ed il mordente che nutriva nel proprio cuore. Ci è riuscito quando il suo esempio è diventato comandamento e leggenda per tutti gli alpini, ragionanti tra loro e di continuo del loro giovane maggiore che era andato più avanti di tutti e, che era caduto primo tra tutti, insegnando con così semplice naturalezza quale fosse la via dell'onore e della gloria". Ad Augusto De Cobelli è intitolata una caserma a Brunico.