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Nello Casali

Nato a Cesena (Forlì) il 28 agosto 1927, caduto a Bologna il 7 novembre 1944, operaio nichelatore.

Col nome di battaglia di “Romagnino” era entrato a far parte della VII Brigata Garibaldi “Gianni”. Il giovanissimo gappista fu protagonista a Bologna di azioni clamorose, come quella dell’attacco notturno alle carceri di San Giovanni in Monte, che portò alla liberazione, la sera del 9 agosto 1944, di molti detenuti, politici e no, che vi erano rinchiusi.
Indossando l’uniforme delle brigate nere, “Romagnino” riuscì a farsi aprire il portone del penitenziario e vi irruppe con altri dodici gappisti, come lui travestiti da fascisti e da soldati tedeschi. Quattro mesi più tardi, Nello Casali sarebbe stato tra i protagonisti della battaglia di Porta Lame, l’episodio bellico forse più rilevante avvenuto in una città italiana nel corso della Guerra di Liberazione. Nel settembre gli Alleati avevano espugnato il Passo del Giogo, Rimini era stata liberata e gli anglo-americani era arrivati sopra Pianoro a ridosso di Bologna. I comandi della Resistenza fecero affluire nella città tutte le forze disponibili e stavano per diffondere i volantini che chiamavano i bolognesi all’insurrezione, quando si capì che gli anglo-americani avrebbero rinviato alla successiva primavera il colpo definitivo contro i nazifascisti. Ne approfittarono i repubblichini per organizzare un massiccio rastrellamento nell’area che lambiva le zone dove si erano acquartierati i gappisti e le altre forze della Resistenza.
Al mattino del 7 novembre ingenti forze repubblichine, appoggiate dai nazisti della Gendarmeria tedesca, presero di mira le basi partigiane ed ebbero inizio i combattimenti che si conclusero, dopo 19 ore, con un bilancio di 12 Caduti tra i patrioti (Nello Casali, che durante la battaglia di Porta Lame si trovava nella base partigiana dell’ex Macello Comunale di Bologna, colpito al petto morì all’istante), 32 morti e un numero ancor maggiore di feriti tra i nazifascisti.
I partigiani riuscirono comunque a rompere l’accerchiamento, a battere il nemico, a sottrarsi dal terreno dello scontro, mantenendo efficiente la loro organizzazione, come si sarebbe dimostrato il 21 aprile 1945 alla Liberazione di Bologna, Città Medaglia d’Oro della Resistenza.