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Famiglia Bartolotti

La famiglia Bartolotti ha dato un grande contributo di sangue alla lotta di liberazione. Il loro nucleo familiare si era stabilito nell’Ottocento a Ca’ di Lugo (Ravenna). I Bartolotti, nove contadini soprannominati “Giazul”, si erano progressivamente spostati in altre località del circondario (a Santa Maria in Fabriago, a Voltana e a Mezzago). Il nucleo originario era rimasto a Ca’ di Lugo ed era conosciuto per la sua cordialità ed ospitalità.
Il capofamiglia, Adolfo (classe 1893), non nascondeva le sue idee socialiste e, dopo la caduta del regime fascista, lui e i suoi figli le esternarono con maggiore libertà. Per questo motivo nei mesi della Resistenza, i fascisti tennero particolarmente d’occhio la casa dei Bartolotti, sospettando che aiutassero i partigiani.
Il 15 settembre del 1944 due camionette di tedeschi e un camion carico di fascisti irruppero sull’aia dei “Giazul”: sorpresi a pranzo i Bartolotti, (mentre le donne e i bambini venivano trascinati fuori della casa e allineati contro un muro sotto la minaccia dei mitra), furono sottoposti ad atroci torture. I nazifascisti si accanirono soprattutto sul più giovane dei Bartolotti (Silvio, classe 1926), senza riuscire a strappargli confessioni di sorta. Ad un feroce interrogatorio furono sottoposti, inutilmente, anche il padre e gli altri fratelli (Olindo e Dino).
I Bartolotti furono quindi trascinati fino al vicino ponte sul Santerno e lì impiccati, mentre Olindo, che era riuscito a divincolarsi e a fuggire, fu abbattuto con una raffica di mitra.
Prima della strage del Santerno altri Bartolotti erano rimasti vittime dei nazifascisti. Il 22 aprile 1944, a Santa Maria in Fabriago, era stato fucilato, col padre Angelo e il fratello Paolo, Italo Bartolotti. Oltre che nella la strage del Santerno (come è stato ricostruito da G.F. Casadio e R. Cantarelli nel libro La Resistenza nel Ravennate) altri Bartolotti caddero per mano dei nazifascisti: a Mezzago fu ucciso il 22 giugno 1944 Pietro “Giazul”; Raffaele Bartolotti cadde in combattimento l’11 aprile 1945 presso San Bernardino; Severino fu ucciso da un ordigno nel 1945. Una ragazza, forse dello stesso ceppo, Maria Bartolotti, nel dopoguerra è stata insignita di Medaglia d’Argento al valor militare.
A Lugo, dove le vittime del nazifascismo sono sempre ricordate, una strada è stata chiamata Via dei Bartolotti.