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Nilo Garbusi

Nato a Sarzana (La Spezia) il 19 febbraio 1922, bruciato vivo dalle SS il 24 agosto 1944, allievo ufficiale, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Era militare di carriera ed allievo ufficiale in Jugoslavia quel giorno del settembre 1943 nel quale fu annunciato l’armistizio. Raggiunse in pochi giorni Sarzana e (anche su consiglio del padre, Michele, tenace antifascista), fu tra i primi a prendere la via del monti unendosi ai gruppi di sarzanesi che, guidati da Paolino Ranieri, si stavano organizzando nelle montagne fra la Lunigiana e il Parmense. Qui rimase sino alla costituzione della Brigata “Ugo Muccini”, sui monti alle spalle di Sarzana, a ridosso delle Apuane e del fronte. Col nome di battaglia di “Bulli”, fu nominato comandante di distaccamento e fu protagonista di molte azioni contro nazisti e fascisti. Dopo uno scontro fra partigiani e tedeschi nella zona di S.Terenzo Monti, i nazifascisti scatenarono un pesante rastrellamento che costrinse le formazioni partigiane a disperdersi. Alcuni giorni dopo, Nilo tornò sul monte Sagro per recuperare una mitragliatrice. Era in testa alla fila di un gruppo e camminava guardingo lungo un pendio sul quale sorgeva una costruzione in cemento abbandonata. Un finto pastore, in realtà una spia, li aveva attratti in quel luogo. Era una trappola. Ad un cenno, dalla costruzione balzarono fuori uomini delle SS che cominciarono a sparare sui giovani partigiani. Uno di loro, “Miele”, fu colpito a morte. Di un altro non si ebbero più notizie. “Bulli”, invece, catturato, fu ucciso con estrema crudeltà dalle SS che lo bruciarono vivo. Alla memoria di Nilo Garbusi, dopo la Liberazione, è stata concessa la Medaglia d’argento.

(c.r.)