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Leone Diena

Nato a Torino il 15 agosto 1916, deceduto a Milano il 13 agosto 1989.

Il suo impegno antifascista era cominciato nel 1939 con gruppi di giovani torinesi, anche se già l’anno prima era stato, con Bianca Guidetti Serra ed altri, tra i ragazzi che a Torino avevano staccato dai muri manifesti antiebraici. Finito in carcere per breve tempo nel 1942 con lo zio David Giuseppe Diena e il cugino Giorgio, trovati in possesso di una sorta di stamperia non autorizzata, nel settembre 1943 Leo Diena partecipa alla costituzione, in rappresentanza del Partito d’Azione, del primo CLN del Piemonte che si riuniva ad Asti e all’organizzazione nell’astigiano dei primi nuclei partigiani e dei primi scioperi.

Assunto il nome di battaglia di “Nino”, cura anche i collegamenti tra i partigiani GL delle province di Vercelli e Novara e arriva sino ad Aosta quando già Primo Levi, Vanda Maestro e Luciana Nissim erano stati catturati per poi essere deportati in Germania dai tedeschi.

Dalla primavera del 1944 gli viene affidato il compito di organizzatore sindacale del Partito d’Azione a Torino, per cui mantiene i contatti tra la base operaia e la direzione del partito, costituendo un comitato sindacale. Tramite operai sindacalisti può entrare nelle fabbriche per la diffusione della stampa clandestina, la preparazione degli scioperi e l’organizzazione di gruppi armati di difesa.
Nell’estate del 1944 è a Torino con con Paolo Spriano per la diffusione di stampa clandestina. “Nino” e “Pillo”, sono fermati dai repubblichini. “Nino” grazie ai suoi documenti falsi, è rilasciato, “Pillo” finisce in prigione ma riuscirà ad evadere.

Dal gennaio del 1945 Leo Diena è a Milano, dove partecipa con gruppi di giovani Gappisti a incursioni nelle fabbriche, riuscendo a tenere comizi agli operai e dove compie azioni di guerriglia per le strade della città, promuovendo anche la partecipazione popolare all’insurrezione. Fin dalle giornate precedenti il 25 aprile è a capo di un gruppo partigiano GL che combatte per snidare i tedeschi e i fascisti e che negli scontri riporta molti feriti, lui compreso.
Sino al 1946, dopo l’insurrezione vittoriosa, farà parte del CLN della Lombardia in rappresentanza del PdA. In seguito, si è dedicato agli studi nel campo delle scienze sociali, soprattutto in sociologia e psicologia, conseguendo la libera docenza in sociologia e insegnando per alcuni anni nell’Università di Milano. Dal 1956 al 1981 ha diretto il Centro di Studi Sociali e la Biblioteca della Società Umanitaria.