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Angelo Conca

Nato a Lodi (allora in provincia di Milano) il 1° ottobre 1899, ucciso dai fascisti repubblichini a Milano nel marzo del 1944, meccanico.

Aveva aderito al Partito comunista d’Italia alla sua fondazione e nel 1936, nell’imminenza della aggressione fascista all’Etiopia, era stato arrestato con l’accusa di aver stampato e diffuso un appello al popolo italiano contro quella guerra.

Per quel volantino Angelo Conca fu condannato dal Tribunale speciale a 12 anni e sei mesi di reclusione.

Scontata la pena il meccanico comunista riprese l’attività clandestina e, subito dopo l’8 settembre 1943 prese parte, nelle file della Resistenza milanese, alla lotta di liberazione contro i nazifascisti.

Conca provvide a stampare e diffondere “l’Unità” clandestina mentre si distingueva come partigiano combattente della III Brigata GAP.

Catturato nel mese di marzo dai repubblichini, il meccanico antifascista fu portato in una caserma della “Ettore Muti” e lì eliminato dopo essere stato sottoposto a indicibili torture.