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Olga Lucchi

Nata a Montefalco (Perugia) il 16 aprile 1944, deceduta a Spello (Perugia) il 24 febbraio 2011, professoressa di liceo.

Laureata in filosofia a Perugia, ha studiato psicologia a Milano prima di laurearsi a Roma (sempre in psicologia). Ha fatto la psicologa e ha insegnato in varie scuole prima di giungere al Liceo Classico di Foligno, dove ha insegnato storia e filosofia per molti anni.

Fondatrice, insieme al marito Giuseppe Anzideo e ad altri due amici, della sezione di Legambiente a Foligno, ha animato per diversi anni impegnative battaglie ambientaliste e ha scritto diversi libri sulla flora della regione.

Era stata anche attiva nel gruppo del “Manifesto” ed ha pubblicato molti saggi sulla Resistenza

Nel 2001. con i propri studenti, la professoressa aveva avviato una ricerca sugli ex deportati dall’Umbria nei lager nazisti, sfociata nel libro “ Curve nella memoria”.

Fondatrice nel 2002 della sezione umbra dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (di cui è stata segretaria), aveva riunito nell’ANED i familiari dei deportati, incontrati insieme ai suoi studenti.

Nel 2003, Olga Lucchi ha promosso un convegno sul campo fascista di Colfiorito (PG), curando successivamente la pubblicazione degli atti.

Insegnante volontaria tra i detenuti del carcere di Spoleto, aveva collaborato al progetto – portato a termine proprio con il lavoro di due detenuti – di ricostruire in tre dimensioni l’ex campo di concentramento di Bolzano.

Negli ultimi anni la Lucchi si era dedicata a una ricerca sistematica sui deportati umbri, che l’aveva portata a scoprire le vicende di oltre 150 uomini e donne, vittime dei lager nazisti. Questa ricerca, costata molti anni di lavoro e di impegno a dispetto di gravi problemi di cuore, è stata pubblicata alla fine del 2010 dalla milanese Mimesis col titolo: “Li presero ovunque. Storie di deportati umbri”.

Il 27 gennaio 2011, nel “Giorno della memoria”, la ricerca di Olga Lucchi è stata presentata con un originale spettacolo teatrale, nel corso del quale molti ragazzi hanno “adottato” ciascuno un deportato, raccontandone la storia.

Proprio il giorno della sua scomparsa, un detenuto del carcere di Spoleto da lei seguito, si è laureato con lode all’Università di Perugia.

(d.v.)