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Pio Galli

Nato a Lecco nel 1925, deceduto a Lecco il 12 dicembre 2011, operaio e dirigente sindacale della FIOM-CGIL.

Cresciuto nel quartiere di Rancio in una famiglia operaia, aveva preso parte, durante l’occupazione nazifascista, alla Resistenza. Distintosi per il suo coraggio e per il suo equilibrio Pio Galli alla Liberazione fu inquadrato nella “polizia partigiana” e come tale fu assegnato alla scorta di Winston Churchill, quando il Primo ministro britannico venne in visita a Menaggio.

Nel 1946 Pio Galli, che vi era stato assunto come operaio, entrò alle Acciaierie Caleotto di Lecco. Alla Caleotto le condizioni di lavoro erano durissime e Galli, eletto nella Commissione Interna dell’azienda, diresse molte lotte dei lavoratori a tutela dei loro più elementari diritti. Nel 1953 il licenziamento per rappresaglia di Galli e di altri otto suoi compagni.

Quello che sarebbe diventato una delle figure più rappresentative del sindacalismo lombardo e nazionale, divenne così segretario provinciale della FIOM di Lecco e l’anno dopo segretario della locale Camera del Lavoro. Nel 1962 Galli era a Brescia, alla guida della FIOM provinciale e nel 1964, su proposta di Bruno Trentin, fu eletto responsabile nazionale di organizzazione della FIOM.

Nei primi anni Settanta fu Galli uno dei fondatori della Flm (Federazione degli impiegati e operai metallurgici). Dal 1977 al 1985 assolse al ruolo di segretario nazionale della FIOM-CGIL. Il suo nome è legato anche alla famosa marcia dei quarantamila del 14 ottobre 1980. Erano gli “Anni di piombo” e Pio Galli si trovò a fronteggiare situazioni molto delicate.
In un bel libro, scritto con Sandro Bianchi e titolato “Da una parte sola, autobiografia di un metalmeccanico”, è raccontata la storia di Pio Galli.

Nel 1985, Galli fu eletto consigliere regionale, mantenne la carica sino al 1990 e concluse così la sua attività di dirigente sindacale e politico.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio di cordoglio alla famiglia di Pio Galli, ne ha ricordato sia l’impegno di partigiano combattente che quello per l’avanzamento delle condizioni dei lavoratori italiani.