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Lucia Boetto Testori

Nata a Castelletto Stura (Cuneo) il 15 dicembre 1920, morta a Torino il 26 ottobre 2015.

Di famiglia liberale e antifascista, figlia di un mugnaio, Lucia Boetto dopo l'8 settembre partecipa insieme al fidanzato Renato Testori all'organizzazione della Resistenza nel cuneese. Con i diversi nomi di battaglia “Bianca” e “Bala” mantiene i contatti fra il CLN regionale piemontese e le formazioni autonome del maggiore Enrico Martini “Mauri” , con il grado di commissario e capo servizio collegamenti del 1° Gruppo Divisionale Alpino. Dalla sua città di residenza, Cuneo, si sposta ripetutamente a Torino, impegnata come staffetta in pericolose missioni di trasporto e consegna di armi e documenti riservati. È lei a trasportare in bicicletta, nascosta sotto al suo cappottone, la bandiera italiana destinata dal governo italiano ai partigiani del Nord.

Dal gennaio '44 ha la qualifica di ispettore, poi di ispettore superiore a partire dal luglio, quando è assegnata al collegamento con la missione alleata del maggiore Temple e, successivamente, a quella del colonnello John Melior Stevens. A novembre ripiega con altri resistenti verso la Valle Belbo, per poi riprendere l'attività partigiana. Lucia Boetto è stata decorata con la Croce di guerra e con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare per aver compiuto “ricercata dalle SS tedesche, (…) più del proprio dovere di donna italiana per la liberazione della Patria dall'odiato oppressore”.

Un mese dopo la riconquistata libertà, Lucia sposò l'avvocato Renato Testori e nel dopoguerra, madre di due bambine, è stata componente del consiglio dell'Associazione Volontari della Libertà e del comitato direttivo dell'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto). All'Istituto storico, insieme al marito, ha donato un prezioso fondo di documenti sulle Formazioni Mauri, sulle bande “bovesane”, sui contrasti per il Comando del II Settore cuneese e sulla Gioventù Italiana del Littorio nel capoluogo, oltre ad alcune carte familiari, in particolare di Stefano Emilio Testori, padre di Renato.

La testimonianza di Lucia Boetto è raccolta in diverse opere, tra le quali il docufilm Le prime bande di Paolo Gobetti (1983) e il volume a cura di Anna Gasco La guerra alla guerra (libro+dvd, 2007), oltre che nei suoi contributi Donne nella Resistenza (Istoreto, 1975) e Una bandiera attraverso quattordici posti di blocco (in 1945, il voto alle donne, a cura di Laura Derossi, Franco Angeli Editore, MI 1998) in cui ricostruisce l'avventuroso viaggio del vessillo tricolore insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare e oggi conservato all'Istoreto.