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Ettore Gallo

Nato a Napoli il 3 gennaio 1914, deceduto a Roma il 29 giugno 2001, giurista.

Orfano di entrambi i genitori (il padre, di origini calabresi, era caduto sul Pasubio durante la Prima guerra mondiale), dall'età di tre anni crebbe in casa di uno zio a Villafranca (VR). Dopo aver frequentato la Scuola militare della Nunziatella, si laureò in Giurisprudenza e in Scienze Politiche e vinse il concorso in Magistratura. Chiamato alle armi, l'8 settembre del 1943 Gallo era ufficiale carrista e non esitò a scegliere le file della Resistenza. Aderì al Partito d'Azione e (con il nome di battaglia di "Maestro"), divenne presto, nel basso Vicentino, uno dei comandanti partigiani più apprezzati e combattivi. Catturato dalle SS, fu da queste consegnato alla banda di torturatori del fascista Carità. Rimasto per due mesi nelle sue mani, interrogato e ferocemente torturato, Ettore Gallo tacque e fu condannato a morte. L'insurrezione di Padova e l'arrivo degli Alleati gli salvarono la vita. Finita la guerra, lasciò la Magistratura e aprì uno studio d'avvocato a Vicenza. Diventato professore ordinario di Diritto penale, studioso attento e appassionato, autore di numerose pubblicazioni, Gallo nel 1982 fu nominato giudice costituzionale. Eletto presidente della Consulta il 30 gennaio 1991, alla scadenza del mandato diventò presidente del Consiglio nazionale degli utenti. Per onorare la memoria di Ettore Gallo è stato a lui intitolato l'Istituto storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Vicenza, che bandisce anche un Premio su argomenti di Diritto.