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Barbara Allason

Nata a Pecetto (Torino) il 12 ottobre 1877, deceduta a Torino il 20 agosto 1968, scrittrice e critica letteraria.

Dopo aver iniziato gli studi universitari a Napoli ed averli conclusi a Torino con una laurea in letteratura tedesca, la Allason prese, attraverso Piero Gobetti, i primi contatti con l'antifascismo torinese. Nel 1929, avendo espresso con una lettera la sua solidarietà a Benedetto Croce, che aveva parlato al Senato contro i Patti lateranensi, fu allontanata dall'insegnamento. Entrate in vigore le leggi eccezionali fasciste, partecipò all'attività clandestina del gruppo torinese di "Giustizia e Libertà" e, tra il 1930 e il 1934, la sua casa sulla collina divenne luogo d'incontro abituale di intellettuali democratici. In quel periodo assolse anche delicati incarichi cospirativi, tra i quali il collegamento tra le organizzazioni antifasciste di Torino e Milano e il tentativo, fallito, di far evadere Ernesto Rossi dal carcere. Nel 1934, in occasione del processo a Leone Ginzburg e Sion Segre fu arrestata dalla polizia e incarcerata per alcuni mesi.
Anche negli anni del fascismo trionfante non venne mai meno il suo impegno contro il regime. Su quel periodo scrisse un libro, "Memorie di un'antifascista", vivacissimo documento sulla storia dell'opposizione alla dittatura. Autrice di numerosi romanzi e di articoli di critica letteraria, Barbara Allason è nota soprattutto per le sue traduzioni dei classici tedeschi, da Goethe a Schiller, da Nietzsche a Hoffmann. L'ultimo suo romanzo, "Vecchie ville vecchi cuori" è una pregevole rievocazione storica e insieme viaggio sentimentale nella collina torinese.