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Raimondo Luraghi

Nato a Milano il 16 agosto 1921, giornalista, professore universitario, storico, Medaglia d'argento al valor militare.

"Torinese d'elezione" (i suoi si erano trasferiti nel capoluogo piemontese quando era ragazzo), Luraghi è sorpreso dall'armistizio nel Sud Est della Francia, occupato dalla nostra IV Armata. Vi si trova come sottotenente della Guardia alla Frontiera, acquartierata nella zona di Saint Martin Vésubie. Ha già avuto modo di opporsi, con i suoi soldati, ai tedeschi e alle milizie di Pétain, per difendere alcune centinaia di ebrei, che avevano trovato un precario rifugio nelle Alpi Marittime. L'8 settembre 1943, il giovane ufficiale non ha dubbi sulla scelta da compiere: insieme al sottotenente Michele Balestrieri (poi fucilato dai nazifascisti) e ad un gruppo dei suoi soldati, forma un primo reparto partigiano nella zona di San Giacomo di Entracque e il 16 settembre sostiene il primo combattimento. Nel gennaio del 1944 entra nelle formazioni "Giustizia e Libertà", nelle quali rimarrà per quattro mesi. Quando, nel maggio 1944, Luraghi passa nella IV Brigata Garibaldi, assume il nome di battaglia di "Martelli". Dapprima è nominato Capo di Stato Maggiore della Brigata; diviene poi Vice comandante e successivamente comandante del Battaglione Arditi, che guiderà sino alla Liberazione. Ferito in combattimento il 29 luglio 1944, riceve dal comandante "Barbato" (Pompeo Colajanni), la Medaglia d'argento sul campo e, più tardi, la promozione a capitano per merito di guerra. Dopo la Liberazione, il giovane diventerà redattore dell'edizione piemontese dell'Unità, ma riprenderà anche gli studi interrotti. Luraghi si laurea così a Torino, con Romolo Guazza, con una Tesi di storia contemporanea sull'antifascismo piemontese nel ventennio fascista. Dal 1954 si dedica all'insegnamento, inizialmente come professore di ruolo di storia e filosofia nei Licei, quindi all'Università, come Libero docente di Storia contemporanea. Infine, dapprima come professore incaricato, poi, ottenuta, la cattedra, come Ordinario di storia americana, insegna nell'Università di Genova, ove è attualmente professore emerito. Luraghi non ha mai dimenticato il suo impegno nella Resistenza. Non a caso il suo primo libro, edito da Einaudi nel 1953, si intitola Il movimento operaio torinese durante la Resistenza. Seguirono Pensiero e azione economica del conte di Cavour, varie altre opere di storia economica piemontese e poi Ascesa e tramonto del colonialismo, un saggio che fu tradotto in diverse lingue e meritò la "segnalazione" dell'Accademia dei Lincei. Ritornando ad una passione di gioventù, Luraghi si dedicò quindi alla storia dell'America e, in particolare, a quella del conflitto armato tra Nord e Sud. Questo lo portò a numerosi viaggi di ricerca in archivi americani e ad insegnare come "Visiting Professor" in diverse Università degli Stati Uniti e del Canada, da Harvard alla University of Richmond (Virginia), a Notre Dame (Indiana), alla New York University, alla University of Georgia, a quella canadese di Toronto. Ciò produrrà la sua opera più nota, Storia della Guerra civile americana,1861-1865, quindi Cinque Lezioni sulla guerra civile americana; The Rise and Fall of the Plantation South, poscia Marinai del Sud - Storia della Marina confederata nella Guerra civile americana (che tradotto negli Stati Uniti, ricevette il "Premio Roosevelt" per la storia navale, per la prima volta assegnato a un non americano) e, infine, Sul Sentiero della Guerra - Storia delle Guerre Indiane nel Nordamerica. L'interesse parallelo fu, per Luraghi, la storia militare. Insieme al capitano cinese Huang Jalin, ha pubblicato, infatti, la prima traduzione originale dell'Arte della Guerra di Sun Zi. Ha curato, quindi, la prima edizione critica delle Opere di Raimondo Montecuccoli. È stato per dieci anni (1990-2000) rappresentante dell'Italia nel Comitato mondiale per la Storia Militare dell'UNESCO, socio fondatore e primo Presidente della Società Italiana per la Storia Militare, Presidente dell'Associazione di Studi Canadesi, membro della National Geographic Society, dell'American Association for Military History, dello US Naval Institute. Proprio nel sessantesimo della Liberazione, ha pubblicato dapprima Resistenza-Album della Guerra di Liberazione, poi Eravamo partigiani-Ricordi del tempo di guerra, che è anche una risposta indiretta ma ferma a coloro che, di questi tempi, tentano di infangare la Resistenza e mettono sullo stesso piano chi si è battuto per la libertà e la democrazia e chi ha lottato per la dittatura.