Salta al contenuto principale

Leonildo Mario Vietti

Nato ad Andorno Micca (Biella) l'11 aprile 1896, morto ad Andorno nel novembre del 1969, operaio, sindacalista e amministratore.

Quello che, nella storia del movimento sindacale italiano, va sotto il nome di "Patto della Montagna" (fu il primo accordo collettivo in campo industriale, stipulato durante la Guerra di liberazione tra delegati delle imprese e dei lavoratori nel Biellese), potrebbe a buona ragione essere chiamato "Patto di Vietti". Fu lui, infatti, il principale promotore di quel contratto sindacale, clandestino ma già unitario, degli operai tessili, che fu ufficializzato, solo quattro giorni dopo la Liberazione, nel Comune di Biella (che allora non era ancora capoluogo di provincia). Proprio quell'accordo fu preso a base dei successivi contratti nazionali di categoria. Già nel 1915 Vietti, che a quei tempi lavorava in una tessitura, era un attivo militante del Partito socialista. Dirigeva la Lega tessile di Biella quando, nel 1921, aveva partecipato alla Fondazione del Partito comunista nel Vercellese. Ben presto cominciò ad essere perseguitato dai fascisti che, nel 1924, durante un'aggressione lo ferirono gravemente. Ciononostante, in quello stesso anno, Vietti riuscì a partecipare, a Mosca, al Congresso dell'Internazionale comunista. Tornato in Italia, l'operaio tessile, riprese l'attività antifascista clandestina, interrotta nel 1932, quando Vietti si fece tre mesi di carcere per ragioni politiche. Nuovo arresto nel 1940 e deferimento al Tribunale speciale. Qui, era l'aprile del 1941, l'operaio (giudicato con altri diciotto compagni, tra i quali Francesco Moranino), si ebbe una condanna a tre anni di reclusione. Non la scontò tutta, grazie alla caduta del regime fascista; ma già l'8 settembre del 1943 lo vedeva alla macchia, intento ad organizzare le prime formazioni della Resistenza nella valle del Cervo. Partigiano nella 2a Brigata Garibaldi "Biella", Vietti, come si è ricordato, continuò a svolgere un'intensa attività sindacale clandestina. Nel dopoguerra il partigiano Valle (questo il suo nome di battaglia), ha ricoperto importanti incarichi nella CGIL, è stato membro della Segreteria nazionale della FIOT, ispettore del sindacato dei tessili, segretario della C.d.L. della Valsesia, consigliere comunale di Andorno ed anche, nel 1956, consigliere provinciale di Vercelli.