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Tommaso Renaudo

Nato a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) l'11 marzo 1920, caduto a Monterosso Grana (Cuneo) il 14 febbraio 1945, studente, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Iscritto alla Facoltà di economia e commercio, al momento dell'armistizio era sottotenente di Fanteria. Pochi giorni dopo entrò nella Resistenza in Valle Stura, come comandante di distaccamento della Brigata Valle Grana della I Divisione "Giustizia e Libertà". Nel mese di giugno del 1944 il giovane, che aveva scelto come nome di battaglia quello di "Gino", era stato nominato comandante di battaglione. Tra le varie azioni di guerriglia di cui "Gino", con i suoi partigiani, si rese protagonista, l'attacco al treno sulla linea Torino-Cuneo dell'11 febbraio 1945. Quell'azione portò alla cattura di una ventina di soldati tedeschi e fascisti, ma provocò anche una immediata reazione dei comandi tedeschi, che organizzarono un grande rastrellamento in Val Grana. Scontratosi con il nemico in campo aperto, "Gino", durante l'intera giornata del 13 febbraio riuscì a contenere, con l'appoggio dei partigiani della "Pradleves", l'attacco degli avversari; il giorno successivo fu colpito a morte da una bomba di mortaio, che uccise anche il maggiore sovietico Aljon Konev. Quattro giorni dopo, Dante Livio Bianco annoterà su Tommaso Renaudo: "Era uno dei migliori nostri ufficiali e forse il nostro più bel comandante di banda, sulla cui personalità era vivamente modellata la sua formazione".