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Luigi Dal Pont

Nato a Belluno il 21 maggio 1924, morto a Belluno nel 1985, elettromeccanico, grande invalido di guerra, Medaglia d'Oro al Valor militare.

Dopo aver conseguito il diploma di perito elettromeccanico presso l'Istituto tecnico industriale di Belluno, Luigi Dal Pont era andato volontario in Marina. Un breve periodo trascorso al Deposito CREM di Venezia, poi il ragazzo era stato inviato a Pola, dove aveva frequentato, era il 1942, il corso per cannonieri armaioli. A Pola Dal Pont si era ammalato e, dopo un ricovero all'ospedale militare, era stato "prosciolto dalla ferma volontaria - come usa dire nella terminologia militare - ed aggregato alla propria classe per l'assolvimento dell'obbligo di leva". Ma le condizioni di salute del giovane erano precarie, tanto che il 30 giugno 1943 fu posto in congedo illimitato. Ciononostante, subito dopo l'8 settembre, il ragazzo entrò a far parte, quale partigiano combattente, di una formazione della Brigata "Alma Vivoda" di Trieste e della Divisione "Italia" operante in Venezia Giulia. Distintosi in numerosi combattimenti nella zona del Piave, quando gli fu affidato il comando del Battaglione "Spirito", Dal Pont assunse poi anche la responsabilità del 1° Settore della città di Belluno, continuando a partecipare di persona alle azioni più rischiose.Fu gravemente ferito mentre, con un piccolo gruppo di partigiani, stava operando per far saltare un tronco ferroviario. Il suo comportamento in quella occasione gli è valsa la Medaglia d'oro al valore, che gli è stata assegnata nell'ottobre del 1950 con la seguente motivazione: "Arruolatosi fra i primi nelle formazioni partigiane della Venezia Giulia, durante lunghi mesi di ininterrotta attività, si distingueva per ardimento, coraggio e valore. Nella zona del Piave ed in quel di Belluno, portando a termine audaci gesta, si guadagnava duratura rinomanza di eroico combattente. Durante una temeraria impresa che aveva per obiettivo la distruzione di un tronco ferroviario e l'interruzione dei rifornimenti nemici, con cosciente abnegazione si offriva a verificare il mancato funzionamento di una forte carica da mina, che lo travolgeva nel ritardato scoppio. Orrendamente mutilato e privato per sempre della gioia della vista, in una sublime estasi di serena dedizione sapeva infondere ai compagni scampati alla deflagrazione la fermezza degli eroi che tutto offrono alla Patria".