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Nella Marcellino

Nata a Torino il 21 febbraio 1923, deceduta a Roma il 23 luglio 2.011, dirigente comunista e sindacalista.

Un libro autobiografico di Nella Marcellino (a cura di Maria Luisa Righi) ha per titolo Le tre vite di Nella. Un titolo che riassume tre aspetti della sua lunga esistenza. Quello di giovanissima partigiana, poi di dirigente del Pci e infine, di dirigente della Cgil. I suoi genitori sono due operai di Torino. Il padre, Guglielmo, si adopra nella lotta antifascista anche per incarico dell'Internazionale comunista (finirà arrestato dai tedeschi a Parigi).

La madre, Maria Busso, partecipa all'occupazione delle fabbriche nel 1920. Nella nasce a Torino, ma trascorre parte dell'infanzia e dell'adolescenza in Francia e in Belgio, seguendo gli spostamenti paterni. Ha 15 anni quando compie la sua prima missione clandestina, intraprendendo un viaggio, per conto del padre, da Bruxelles a Parigi.

Negli anni Quaranta, a Parigi, partecipa alle iniziative contro la guerra dei primi gruppi di giovani antifascisti, per aiutare i maquis francesi, per fare propaganda contro i tedeschi. Conosce, in quel periodo, i dirigenti del PCI fuoriusciti come Giorgio Amendola, Luigi Longo, Gian Carlo Pajetta, Giuseppe Di Vittorio, Arturo Colombi (uno dei fondatori del PCI e che diventerà suo marito). Nel 1941 torna in Italia, a Torino, e prende contatto con gli esponenti della lotta antifascista.

Eccola dunque, a soli venti anni, fra gli organizzatori degli scioperi del 1942 e del 1943 e, con l’avvio della Resistenza armata, a supportare le azioni dei GAP in città e dei partigiani nella regione.

Scrive la stessa Nella Marcellino: “Chiamammo la popolazione ad una lotta senza quartiere contro tutti coloro che si macchiavano di collaborazione coi fascisti, coi tedeschi. Sostenemmo i partigiani e cercammo nuove forze per rimpiazzare i caduti falcidiati dai rastrellamenti, dai combattimenti e dalle malattie, rese letali dal freddo intenso e dall’impossibilità di cure adeguate. Furono molte le formazioni che non ressero all’urto e dovettero ridurre i loro effettivi, che tuttavia venivano rimpiazzati da lavoratori già protagonisti di scioperi e manifestazioni e che, essendo più esposti alle rappresaglie, raggiungevano la montagna. Quei mesi furono veramente terribili. Comunque, resistemmo e ci preparammo all’urto finale”. Ovverosia all’insurrezione di Torino nell'aprile del 1945.

Cominciano qui le altre due vite di Nella, dirigente della Commissione femminile del PCI a Bologna, poi la più giovane deputata al Parlamento del 1948, per due volte responsabile della Commissione nazionale femminile e poi, nel 1951, a Milano, responsabile della Commissione di organizzazione del PCI. Una vicenda umana intensa che la vede ad esempio a Jalta, intenta a battere a macchina un documento che diventerà famoso: il “Memoriale” di Togliatti.

La terza vita la vede protagonista dell’attività sindacale: nel 1961 è segretaria nazionale della Filziat-CGIL, il sindacato delle industrie alimentari; quindi, nel 1969, è eletta segretaria generale del Sindacato dei tessili. Dal 1986 al 1992 dirige l’Istituto di patronato della CGIL (INCA-CGIL), e fa parte del CNEL.

Tra i tanti messaggi di cordoglio pervenuti ai famigliari di Nella Marcellino, morta a 88 anni, citiamo qui soltanto quelli del Presidente della Repubblica e della CGIL. Giorgio Napolitano ricorda “il lungo impegno per fare dei diritti della donna una ragione di unità per l’azione del sindacato” e la sua “passione civile e la sua sensibilità umana” con la quale “ha attraversato tanti momenti della storia italiana”. La CGIL dice della scomparsa di una donna “che ha dato un grandissimo contributo alla costruzione del sindacato e della democrazia in Italia”.

(b.u.)