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Modena: reinserire la resistenza nei libri di testo

Il Comune di Modena promuoverà azioni concrete nei confronti del ministero all’Istruzione per sostenere il reinserimento dei valori della Resistenza e della Liberazione nei testi di storia di tutti gli Istituti superiori prima del 22 aprile, data della stesura definitiva dei libri.

Lo ha deciso il Consiglio comunale nella seduta di lunedì 10 gennaio, approvando l’ordine del giorno del Pd presentato in Aula dal consigliere Stefano Prampolini, che ha denunciato l’assenza di riferimenti, nei libri di storia delle scuole superiori, “ai valori della Resistenza e dell’antifascismo” e il fatto che tutto venga lasciato “alla disponibilità e autonomia dei docenti”. La mozione ha ricevuto il voto contrario del Pdl e l’astensione dell’Idv.

È stato invece respinto con voto favorevole dei proponenti e contrario di Pd e Idv l’ordine del giorno del Pdl sulla celebrazione del 65esimo anniversario della Liberazione, che chiedeva alla Giunta di promuovere iniziative volte a diffondere il valore e l’importanza della democrazia per lo sviluppo culturale, sociale, economico della Nazione per “superare ogni divisione” e “arrivare a creare una memoria realmente condivisa”.

Respinto anche l’emendamento alla mozione del Pd proposto da Eugenia Rossi, Idv, che eliminava la parola “religiosi” nella frase “tante persone, uomini, donne, religiosi, hanno dato la vita per la libertà delle future generazioni”. L’emendamento ha ricevuto il voto favorevole anche dei consiglieri del Pd Giancarlo Campioli, Cinzia Cornia, Franca Gorrieri e Giulia Morini. Contrari gli altri consiglieri Pd, mentre il Pdl si è astenuto.

Nel corso del dibattito, per il Pd, Franca Gorrieri ha affermato che la memoria sull’accaduto tra gli anni ’43 e ’45 non può essere condivisa. “La storia non ha bisogno di interpretazioni bipartisan che ridistribuiscano equamente ragioni e torti, e chiarisce senza ombra di dubbio che la vittoria dei partigiani ha significato un’Italia libera, mentre quella dei fascisti di Salò avrebbe significato un’Italia schiava”. Per Luigi Alberto Pini “il presente ha senso se c’è memoria del passato. Sapere cos’è successo 65 anni fa è fondamentale”, ha sottolineato. “C’è differenza tra chi ha combattuto contro il nazi-fascismo e chi l’ha appoggiato”. William Garagnani ha ribadito che “pace, democrazia, libertà e convivenza civile in questo Paese l’hanno portata i partigiani con il loro sangue. Non possiamo mettere sullo stesso piano loro e le brigate nere o le SS italiane”. Per Cinzia Cornia “è importantissimo lo studio della storia a scuola per permettere alle nuove generazioni di comprendere la realtà attuale, ma il ‘900 è sacrificato nei libri di testo e ne sono responsabili le generiche indicazioni ministeriali”, ha detto. Della stessa idea Stefano Prampolini, che ha spiegato la ragione della mozione: “Il ministro Gelmini ha tolto nei libri di storia i valori della Resistenza e dell’antifascismo, introducendo nella scuola elementi che rendono reale il rischio di una visione unica”. Per Paolo Trande la Lega nord “cerca di riproporre una lettura della storia con meccanismi di rimozione, mettendo sullo stesso piano le vittime e i carnefici della lotta di Liberazione”. Il consigliere ha inoltre definito vergognosa la proposta di una stele per tutti i caduti di quel periodo accanto a quella dedicata alle vittime dei campi di sterminio. “Le reazioni in città danno il senso di un tessuto democratico che va oltre la sinistra”, ha aggiunto.

Per la Lega nord, Stefano Barberini ha definito “audace” trovare il tempo “per discutere di tali temi con tutti i problemi che abbiamo in città”. Per il consigliere “il Pd non può parlare di rispetto se poi fomenta l’odio politico come ha fatto di recente”. Nicola Rossi ha attribuito al Pd la responsabilità dell’episodio che si è verificato in occasione della commemorazione dell’eccidio alle ex Fonderie, quando alcuni esponenti del Carroccio sono stati verbalmente aggrediti da persone presenti: “Avete visto uno spiraglio per attaccare la Lega e vi siete gettati come avvoltoi con dichiarazioni incredibilmente gravi, che hanno portato odio e il rischio di una rissa. Oggi riprendete l’attacco con un volantino”, ha aggiunto il consigliere.

Per il Pdl, Olga Vecchi ha detto “basta con dannosi e inutili rimpalli di responsabilità, di colpe e di meriti. È giunto il momento di considerare la Resistenza come un movimento di tutti e non solo di una parte, perché vi parteciparono uomini e donne di ogni fede, ceto ed età”. Secondo Michele Barcaiuolo “un popolo che non insegue la memoria condivisa non ha motivo di essere un popolo. C’è differenza – ha detto – tra ricordare e rimembrare, ed è la differenza tra la memoria personale e quella condivisa”. Adolfo Morandi ha sottolineato come l’odg del Pdl abbia “l’obiettivo di cercare di giungere alla pacificazione ricordando la Liberazione portata dalla Resistenza. Oggi ho sentito parole d’odio in Aula”, ha affermato. “Questo tipo di atteggiamento non fa il bene della nostra città”.

Per Eugenia Rossi, Idv, “la memoria deve essere forte, mentre oggi ci appare sempre più fragile e piena di ombre. Le pacificazioni non possono essere azzeramento – ha aggiunto – si tratta di momenti complessi, non indolori, dove ognuno deve assumersi responsabilità. Questo in Italia non è stato fatto”.

Sul tema è intervenuto anche il sindaco Giorgio Pighi: “Tutta Modena ha capito che la Lega ha proposto di erigere a fianco del monumento alle vittime dell’Olocausto un altro monumento per ricordare chi era dall’altra parte, perché così c’era scritto nell’ordine del giorno da loro presentato in Provincia”, ha detto. “Davanti a un’affermazione di questa gravità si sono indignati tutti i movimenti. Le parole della Lega portano a questo squallore morale rispetto al quale il popolo italiano deve ribellarsi. Quando si sbaglia si deve chiedere scusa”.