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Resistenza e arte

Sabato 14 marzo s'inaugura a Reggio Emilia la mostra “Resistenza e arte”.

Si tratta di un progetto per il 70° anniversario della Liberazione realizzato da Istoreco assieme ad Anpi Reggio Emilia, ai Comuni di Reggio e di Correggio e numerosi altri partner.
I curatori dell'esposizione, Salvatore Trapani ed Elisabetta Del Monte - del progetto internazionale per la memoria della Shoah e della Resistenza attraverso le arti visive: A.R.S. (Art Resistance Shoah) - hanno scelto di riunire opere artistiche il cui minimo comune denominatore è la biografia di chi le ha realizzate e il soggetto, più che il valore estetico.

Già il titolo della mostra spiega l'obiettivo degli ideatori. Un titolo in cui prima viene 'Resistenza' e poi arriva 'Arte', a sottolineare quale sia stato il criterio utilizzato nella scelta delle opere: non il bello in quanto tale ma il bisogno di comunicare, di capire e di esprimersi da parte degli autori. L'arte che nasce come bisogno istintivo una volta superata la presa di coscienza, la lotta, il dolore e, per alcuni, il ritorno; l'arte come salvagente in una normalità che non si sapeva bene cosa fosse dopo vent'anni di fascismo, che andava inventata liberandosi - non più combattendo - dalla tragedia.

Così i curatori hanno voluto farci raccontare la storia direttamente dall'arte ma, appunto, non da quella dei grandi, dei maestri.

In mostra, nella prima sezione reggiana, troveremo nomi di donne e uomini silenziosi, le cui opere sono rimaste note a livello locale, nelle sezioni Anpi, oppure appese alle mura domestiche senza mai nemmeno varcare la soglia del pubblico.
“Lo scopo della mostra - si legge nel catalogo dall'introduzione di Salvatore Trapani – doveva essere quello di fornire nuovi dettagli al racconto con l'aggiunta del taciuto, del non visto. (…) I grandi nomi non avrebbero reso la soddisfazione di consegnare alla comunità un nuovo bagaglio di contenuti”.
Contenuti che emergono con forza, anche con brutalità e ingenuità, dalle opere che, a detta di Trapani e Del Monte, possono non convincere esteticamente “ma si attestano quali documenti di lotta partigiana, ricordi di una biografia resistente, che ci ha resi liberi”.

“Resistenza e Arte” si snoda in due percorsi, che si uniscono nella data simbolo del 25 aprile. Il primo, “Pittura Partigiana“, è dedicato alle opere realizzate dagli stessi partigiani, dai loro parenti, da amici, da appassionati che hanno voluto omaggiare quegli anni fatali e decisivi per la nostra storia.

È figlia di un grande lavoro di ricerca che ha coinvolto - oltre ai curatori e ai promotori - tante realtà reggiane e nazionali che si occupano di memoria e soprattutto tanti privati.
Questa sezione rimarrà aperta dal 14 marzo al 25 aprile ai Chiostri di San Domenico in città.

La seconda sezione, “Resistenza e Arte: Eredità e Contemporaneità di fotografia”, si trasferisce a Correggio, al museo “Il Correggio” il 24 aprile, nell'anniversario della Liberazione di Reggio Emilia e provincia, per proseguire sino al 25 maggio.
Le due sezioni saranno così aperte contemporaneamente il giorno del 70°.

Questa parte è incentrata su lavori di artisti contemporanei di spessore internazionale e sul loro narrare la Resistenza, ispirati da una stagione fondamentale che non li ha visti protagonisti, spesso per ragioni anagrafiche. Fra loro Omar Galliani che, per l’occasione, ha realizzato l’opera inedita “Nuove anatomie”, divenuta il manifesto dell’intera esposizione.

Una mostra insomma innovativa che propone un insolito punto di vista per leggere gli anni della Resistenza prima e del dopoguerra poi, perché un conto è stata la pittura antifascista – anche contemporanea alle dittature -, un conto la pittura dei partigiani venuta dopo la scelta di una lotta dal basso e disperata che ha inciso sulla vita di tutti noi, consapevoli o meno.
Ecco dunque che le opere esposte assurgono ora, nella chiave di lettura proposta da A.R.S., a documento a tutti gli effetti, significativo per la storia locale certo – che la Reggio Emilia democratica e repubblicana aveva tracciato la sua “via maestra” nell'antifascismo – ma, proprio per questo Storia di tutti.

Tuttavia la sfida di “Resistenza e Arte” non si limita a questo nuovo approccio ma rilancia chiamando alla riflessione sul “Dopo-70°”, su cosa accadrà all'indomani del 25 aprile 2015. Non a caso il progetto è stato fortemente voluto e sostenuto dall'istituto storico reggiano Istoreco e dall'Anpi provinciale, i quali sul futuro dell'antifascismo e sul vuoto che lasciano e lasceranno i testimoni si stanno interrogando da tempo.
Non resta dunque che visitare la mostra, leggere il catalogo e aggiungere nuove tessere alla comprensione del Novecento per un antifascismo che non smette di rinnovarsi, di interrogarsi e di fare cultura.

Gemma Bigi