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Smuraglia: "Elezioni anticipate oppure approvazione di leggi importanti, da tempo attese e corrispondenti all'interesse generale?"

Mi sono già soffermato sull'assurdità di questa corsa alle elezioni anticipate, priva di qualsiasi valida e comprensibile giustificazione. Nulla da dire, invece, sulla ricerca di un'intesa sulla legge elettorale, che è indispensabile, a condizione peraltro che la finalità perseguita sia quella di disporre di una legge elettorale valida, utilizzabile al momento necessario, cioè alla scadenza naturale della legislatura.

Potrei solo aggiungere che da molte parti (nei mesi, negli anni scorsi), si è parlato di un Parlamento delegittimato perché eletto sulla base di una legge poi dichiarata incostituzionale. Nessuno se ne è dato per inteso, al punto che proprio quel Parlamento che avrebbe dovuto durare lo stretto necessario per poi concludere la sua vicenda “singolare”, ebbe addirittura il coraggio di affrontare una riforma costituzionale. Adesso, d'improvviso, questo Parlamento deve chiudere al più presto, anche se la scadenza naturale sarebbe ormai vicinissima. Singolarità della politica, di questa politica, nella quale gli interessi del cittadino (quello cui “appartiene” la sovranità popolare) sono gli ultimi ad essere considerati. Ma tant'è: si sta correndo verso il traguardo, con un impegno addirittura atletico, incuranti delle critiche, della netta contrarierà di tanti, dalla Confindustria, ai mercati, alle Organizzazioni sindacali. Vedremo come si concluderà la vicenda; ma parafrasando il titolo di un noto libro, si può ben prevedere che “la fine è nota”.

Eppure si potrebbe provare ad immaginare uno scenario diverso: i Partiti si accordano su una legge elettorale conveniente al Paese e soprattutto ai cittadini (teniamo presente, sempre, le sentenze più recenti della Corte costituzionale) e dunque garantendo rappresentanza e stabilità. Quindi, approvata la legge elettorale” omogenea “per le due Camere, si lavora serenamente fino alla scadenza naturale, ai primi mesi del 2018.

Semplice da immaginare, ma difficile da raggiungere, a quanto pare. Eppure, bisogna insistere su questo scenario, che appare corrispondente all'interesse del Paese. Perché in questi mesi, oltre alla necessaria “legge finanziaria” (non si chiama più così, ma è per capirci) certamente non facile, anche per questioni attinenti da un lato alla realtà del Paese e dall'altro alle posizioni dell'Unione Europea, il Parlamento potrebbe lavorare, riducendo la campagna elettorale al periodo di stretta necessità e impegnandosi soprattutto nel sociale, per cercare di diminuire la crescente povertà, le disuguaglianze, le difficoltà di moltissime famiglie, e di risolvere in qualche modo (concreto) i problemi dei giovani. Un Governo “sereno” e un Parlamento attivo, questo è ciò che ci vorrebbe e sarebbe giusto, anche in termini costituzionali.

Ma c'è di più. Per molte ragioni, sono rimaste ferme in Parlamento leggi di grande importanza ed alcune invocate da molte parti. Leggi ferme da tempo, essenzialmente per ragioni di contrasti politici, ma che potrebbero essere sbloccate, finalmente, in questo periodo, compiendo un'opera di vera giustizia.

Tutta la stampa ha fornito elenchi precisi ed in gran parte concordanti, delle leggi in questione, per cui, mi limiterò solo a richiamare quelle principali: il codice antimafia, sollecitato dalla stessa Commissione parlamentare Antimafia e destinato proprio ad incidere sul sequestro dei beni, estendendolo anche ai corrotti; già approvato dalla Camera. La legge sullo Jus soli (il diritto alla cittadinanza, per i figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia), anche questa già approvata alla Camera. La legge che introduce il reato di tortura (indispensabile dopo i fatti del 2001 a Genova e dopo il solenne richiamo della Corte europea dei diritti), già approvata dal Senato. La legge sul processo penale (con modifiche alla disciplina del processo e con la riforma della prescrizione) già approvata dal Senato. La legge sul biotestamento (relativa alla disciplina del trattamento sanitario e del diritto al rifiuto delle cure) già approvata alla Camera.

Ce ne sarebbero diverse altre, da citare, ma l'elenco diventerebbe lungo e quindi preferisco fare una scelta, non tra quelle più importanti in assoluto, ma tra quelle che ritengo “mature” e pronte per l'approvazione dell'altro ramo del Parlamento.

Comunque, si tratta di leggi importanti, invocate da molti, suscettibili, certo, di modifiche, ma che hanno già ottenuto l'approvazione di uno dei rami del Parlamento.

Sia chiaro: se si andasse alle elezioni anticipate, tutte queste “leggi” decadrebbero e non vi sarebbe alcuna possibilità di trattarne almeno qualcuna, in questo periodo, perché è pacifico che - approvata la legge elettorale - se prevalesse la volontà di andare subito al voto, comincerebbe immediatamente un'affannosa ed intensa campagna elettorale. Con un po' di buona volontà, e con la forte pressione del Governo e delle Presidenze parlamentari, si potrebbe - invece - formulare un preciso ed intenso programma per approvarle tutte, insieme e prima della legge finanziaria.

La fretta, dunque, rischia di privarci della possibilità di disporre - a breve - di alcune buone leggi, attese da tanti cittadini e, in alcuni casi, sollecitate anche da Strasburgo.

Il cittadino è perfettamente in grado di valutare anche questo profilo di convenienza; e farebbe bene a far sentire la sua voce, visto che in questo Paese, “Sovrano” dovrebbe essere il popolo (ed il suo bene) piuttosto che le convenienze politiche.

Noi, per quel che possiamo valere, abbiamo fatto da tempo la nostra scelta, che risulta ben chiara da tutto ciò che abbiamo detto e scritto in questo periodo. Ho molta preoccupazione e molto timore che, alla fine, non sia il buon senso a prevalere e devo avvertire che, in tal caso, e ancora una volta, sarebbero i valori della Costituzione (l'esercizio della sovranità popolare, la rappresentanza, il bene comune) ad essere sacrificati.

Confidiamo, fino alla fine, che prevalga il buon senso, prima ancora che la ragione e il diritto.

Carlo Smuraglia

(da ANPInews n.248 - 6/13 giungo 2017)

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