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I volontari partigiani nel rinnovato esercito italiano

Il lavoro – ma sarebbe più giusto parlare di lavori – che qui viene raccolto in volume rappresenta una tappa importante del cammino che da anni ha intrapreso l'ANPI Nazionale per rafforzare e precisare meglio la memoria della Resistenza. Sulla quale molto si è scritto e detto, ma senza che sia stato ancora raggiunto quell'approfondimento leale, storicamente corretto, completo e preciso, che una vicenda di tale rilievo avrebbe meritato e merita tutt'ora.

Se alcuni aspetti, anche in virtù di lavori impegnati e recenti possono considerarsi acquisiti, altri ancora risultavano bisognosi di approfondimento e chiarimento, anche per rimuovere vecchi pregiudizi e dare risposte concrete a chi fa del revisionismo un mestiere o, peggio, un affare.

La memoria, lo si è detto tante volte, non può essere solo ricordo, ma ha bisogno – per essere valida e resistere al tempo – del profondo incremento di una conoscenza obiettiva e serena, capace di cogliere anche gli aspetti meno conosciuti e purtuttavia significativi.

Sono stati così percorsi alcuni filoni di particolare interesse e precisamente quelli relativi al carattere nazionale della Resistenza, alla partecipazione del Mezzogiorno alla guerra di Liberazione, alla rivalutazione del fenomeno, complesso e importantissimo, della Resistenza non armata, alle stragi compiute dai nazisti e dai fascisti, alla reale e fondamentale importanza della partecipazione delle donne alla lotta di Liberazione. Il lavoro su tutte queste tematiche ha condotto a risultati visibili, poiché ne è stato dato conto mediante specifiche pubblicazioni.

Restava da tempo alla nostra attenzione un fenomeno troppo spesso dimenticato, nonostante la sua saliente rilevanza: quello della partecipazione alla guerra di Liberazione, con gli alleati, come volontari, da parte di un consistente gruppo di giovani provenienti dalle file partigiane. In diverse località, soprattutto del Centronord, ma in parte anche del Mezzogiorno, in verità si usa celebrare ogni anno la data della partenza di questi volontari. Un fatto positivo, che aiuta a tener vivo il ricordo e a riconoscere il sacrificio di non pochi, prevalentemente giovani. Ma le celebrazioni non bastano e restano confinate nelle giornate dedicate, se non si realizza un approfondimento dell'entità del fenomeno, anche sul piano quantitativo, delle modalità di realizzazione, delle motivazioni di coloro che volontariamente scelsero di aggiungersi a quello che era, inizialmente, il Corpo Italiano di Liberazione (CIL) e via via assunse la forma di vere e proprie divisioni (la “Cremona” e la “Friuli”), dopo un rapido passaggio nella forma dei gruppi di combattimento, finendo per essere inserite stabilmente nelle armate alleate che risalivano la Penisola tra la costa adriatica e la catena appenninica.

Nacque così l'idea di realizzare un convegno a Terni, una delle città più impegnate nel ricordo di quelle vicende, proprio nella giornata della loro celebrazione. Le difficoltà non erano poche, anche perché si trattava, appunto, di un fenomeno spesso quasi dimenticato e dotato di una bibliografia piuttosto scarsa, mentre sempre più rare divenivano le testimonianze dirette dei volontari di allora. Ma il convegno si fece e fu l'occasione per raccogliere materiale prezioso, relazioni, interventi, documentazione, testimonianze. Tutto ciò è stato raccolto e organizzato, pur mantenendo la vivacità diretta di alcuni ricordi, cercando di trasformarli in conoscenza e dunque in vero strumento di memoria.

Non paghi di tutto questo, è stato affidato il compito a un'esperta, studiosa di storia contemporanea e particolarmente della vicenda resistenziale, di coordinare i materiali disponibili e realizzare, anche alla luce della limitata bibliografia disponibile, una vera e propria ricerca sulla tematica complessiva. Ne è scaturita una relazione, inserita nella presente pubblicazione assieme ai saggi di cui si è detto; essa rappresenta un momento di sintesi e rielaborazione di particolare interesse, così come le considerazioni conclusive redatte, peraltro, da uno dei pochi testimoni diretti ancora disponibili.

Questo materiale viene affidato al lettore come un contributo alla conoscenza di un aspetto della Resistenza di particolare interesse, per le sue modalità, per le motivazioni dei protagonisti, per i rapporti che si crearono, per il significato complessivo che ne deriva. Un aspetto che, ancora una volta e forse più di altre, esalta il valore delle scelte e del coraggio, fornendo un esempio splendido di quanto grande sia il valore della partecipazione.

Ci auguriamo che questo, che vuole essere solo un “contributo” alla conoscenza e alla memoria, venga apprezzato come tale, un completamento del quadro già conosciuto della Resistenza, una delle pagine più belle e rilevanti della storia d'Italia. Saremmo ancora più lieti se trattandosi come si è detto più volte di un “contributo”, esso servisse da stimolo per ulteriori approfondimenti e per l'arricchimento di una bibliografia che, se pur si va ampliando, non può ancora considerarsi esaustiva rispetto alla ricchezza e alla significatività ideale e storica del fenomeno.

(su https://www.viella.it/libro/9788867289608 la scheda del volume)