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"L'unitarietà della Resistenza sia di insegnamento per la società moderna"

"Ricevo l'invito all'importante Convegno del 9 marzo p.v. e mi rammarico vivamente di non avere la materiale possibilità di intervenire, essendo impegnato da tempo in altra iniziativa a Milano.

Ma desidero esprimervi il mio compiacimento per un'iniziativa così ricca e così opportuna, in tempi in cui la memoria corre seri pericoli, e la Resistenza appare a molti (troppi) una vicenda lontana e superata.

La Resistenza è – e deve essere – viva tutt'ora nei nostri cuori e nelle nostre menti; dovrebbe essere fatta conoscere nelle scuole e dovrebbe essere stabilmente inserita in quella memoria collettiva che è patrimonio insopprimibile di ogni Nazione.

La Resistenza è stata un fenomeno grandioso, per la ricchezza e varietà delle componenti e l'unitarietà della visione complessiva (la Liberazione e la creazione di una Stato fondato sulla Democrazia). Essa ha rappresentato un grande processo di maturazione per chi vi ha partecipato e per tutto il Paese. Senza la Resistenza non si spiegherebbe il grandioso fenomeno che è stata la Costituzione Repubblicana, nella cui elaborazione furono composti tanti fermenti, ispirazioni e aspirazioni che avevano costituito il nucleo importante della Resistenza stessa. L'unitarietà degli obbiettivi, nella diversità delle opinioni politiche e sociali, dovrebbe costituire un insegnamento imprescindibile nella società moderna, così scomposta, frammentata e divisa.

La mia esperienza personale di quel periodo, nella Resistenza vera e propria e nel successivo impegno nell'esercito italiano all'interno dell' ottava armata, costituisce per me più che un ricordo, un insegnamento e uno stimolo per il modo di affrontare degnamente, nel rispetto di tutte le opinioni, la convulsa vita di oggi.

Credo che siano questi sentimenti che ci rendono ancora “amici”, a settantacinque anni dalla liberazione, mettendo da parte le diversità che anche allora ebbero a sussistere, riuscendo peraltro a comporsi negli obiettivi comuni.

Il vostro ricordo è importante, oltretutto, nel momento in cui cerchiamo di lavorare, possibilmente con spirito unitario, per trovare, nelle diversità, la forza di affrontare i problemi di un mondo travagliato e difficile, in cui troppo spesso l'odio riesce a prevalere sulla solidarietà.

Per questo mi sento vicino a voi, in occasione del vostro convegno e mi auguro che esso segni una tappa positiva nello sviluppo di una nuova e diffusa volontà di rinnovamento, rafforzando una memoria che, se non riesce ancora ad essere condivisa da tutti, sia quantomeno la memoria collettiva su cui il Paese può affrontare non solo il suo passato, ma anche il suo futuro".

Con viva cordialità

Prof. Carlo Smuraglia

Presidente Emerito ANPI Nazionale

5 marzo 2019