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"Nilde, maestra, compagna, amica"

Ho conosciuto Nilde Iotti nel mio primo giorno d'ingresso alla Camera dei Deputati.
Era il giugno del 1976 e il PCI aveva avuto un grande successo elettorale. Tra gli eletti un numero considerevole (per allora) di donne. Avevo 33 anni e incontrare i massimi dirigenti del PCI fu per tutti noi giovani, un'emozione indescrivibile. Fui destinata dal gruppo comunista a far parte della commissione Affari Costituzionali.
Iniziava la breve stagione del "compromesso storico" e, per la prima volta nella storia d'Italia, un comunista, Pietro Ingrao, fu eletto presidente della Camera e Nilde Iotti, Presidente della commissione Affari Costituzionali. Il primo atto che feci fu quindi (e ne sono ancora adesso molto orgogliosa) di votare Ingrao e la Iotti. Il secondo fu quello di eleggere i membri della Presidenza della suddetta commissione. Mentre per i vice-presidenti furono fatti accordi politici precisi, dei due giovani segretari nessuno si occupò e allora Nilde propose la più giovane e per giunta donna, quale segretaria. Ero sbalordita, anche perché sono laureata in filosofia e di diritto sapevo poco o nulla. Fui eletta. E per giunta all'unanimità! Nilde mi abbracciò e assieme agli altri compagni del gruppo, tra cui lo splendido e mai dimenticato capogruppo Flavio Colonna, ci recammo alla bouvette, per un brindisi alla sua e alla mia elezione. Non ci dormii la notte e il mattino dopo, chiesi immediatamente un appuntamento a Nilde che mi disse: appuntamento? Ma figurati! Piuttosto vieni al bar e facciamo colazione insieme. Con un nodo in gola le dissi la verità: che non sapevo niente di Costituzione e che la mia presenza tra quei costituzionalisti di gran merito era assolutamente abusiva e che volevo dimettermi. Non erano tempi in cui il politico sbandierava ai giornalisti ogni sua opinione e mi guardai bene da farne cenno ad alcuno, compresi i miei familiari. Nilde (non dimenticherò mai il suo sorriso...) mi disse una sola frase: anche a me è capitato, alla Costituente.
Studia e imparerai. Io ti aiuterò. Non le sarò mai abbastanza grata per quelle parole.
Ho voluto raccontare questo episodio (ne avrei altri cento, poiché restai con lei tre anni, ma non è il caso di dilungarmi) per ricordare, di Nilde Iotti, un tratto essenziale: la sua serietà e dolcezza. Ma prima di ogni altra cosa, uno straordinario, irremovibile rispetto per le Istituzioni. I partigiani le avevano conquistate con il sangue. Nessuno poteva permettersi di dileggiarle. A questo proposito, voglio raccontare una biricchinata che facemmo come deputate comuniste e di cui Nilde molto ci rimproverò. Un sindaco siciliano (non ricordo di quale paese) emanò un'ordinanza per vietare il topless, allora molto di moda (cito testualmente) "alle donne vecchie e con i seni cadenti". Ci sbizzarrimmo a rispondergli e in particolare chiedemmo con una un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno, di suggerire a quel Sindaco di proibire agli uomini, diciamo così, non più atletici, di andare in giro a petto nudo! Nilde Iotti (nel frattempo eletta Presidente della Camera) naturalmente dichiarò inammissibile la nostra interrogazione e un po' mi sgridò anche privatamente. Mi cosparsi il capo di cenere e non provai mai più a scherzare su cose serie. Sulle battaglie per i diritti delle donne (a cominciare dalla famosa legge sulla parità di salario tra uomo e donna) Nilde Iotti (assieme a Tina Anselmi, Adriana Seroni, Giglia Tedesco, Maria Magnani Noya, Marisa Rodano e altre) è stata baluardo serio e indispensabile.
Concludo. Nello scrivere queste righe ho risvegliato tanti ricordi: l'amore per i gatti, che ci accomunava. I libri o i piccoli doni che ci scambiavamo a Natale. La sua festa per i 60 anni, svoltasi a Botteghe Oscure e il suo pianto dirotto, al ricordo della vita trascorsa con Togliatti e delle difficoltà incontrate, anche nel PCI.
Ciao Nilde. Maestra, compagna e amica.
Grazie alla Fondazione che ne trasmette memoria ed esempio.

Carla Nespolo - Presidente nazionale ANPI

4 dicembre 2019