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Laura e Maria, la memoria della bell'Italia

Laura Polizzi, nome di battaglia "Mirka" e Maria Cervi. Due donne straordinarie per la storia e la memoria del nostro Paese e dell’Anpi.

L’una, donna combattente e poi protagonista della vita politica e femminile a Parma fin dal dopoguerra. L’altra, figlia e importante voce di uno dei simboli della Resistenza: la famiglia Cervi.

Sabato 11 giugno al Museo Cervi di Gattatico (RE) è stata dedicata una mattinata di ricordo tutto dedicato a Maria Cervi, alla sua sensibilità e fiducia nei giovani, e a Laura Polizzi, "Mirka".

Alessandro Fontanesi, iscritto Anpi, segretario cittadino Pdci e portavoce della Federazione della Sinistra di Reggio Emilia ha messo in rete un omaggio a Maria Cervi.

“Dire di Maria Cervi, il pensiero corre, inevitabilmente alla sua famiglia di contadini patrioti, lei, figlia di Antenore - martire della Resistenza - e nipote del vecchio Alcide, dal quale ereditò il testimone di "staffetta" della memoria, dopo la sua morte nel 1970”.

“Maria – scrive Fontanesi - è stata per anni certamente la più lucida e sensibile voce narratrice della vicenda famigliare, senza più alcuna retorica, ma consapevole dell'importanza del tramandare la memoria senza enfasi trionfalistica, nell'incontro soprattutto con le nuove generazioni. Questo è stato il suo impegno fino all'ultimo giorno, fatto instancabilmente in ogni contrada della nostra terra e del nostro Paese, sempre con contagioso entusiasmo, che sapeva trasmettere proprio ai ragazzi, con i quali ha sempre avuto un rapporto speciale, interpretandone intelligentemente l'esigenza di apprendere la storia della Resistenza, vista proprio attraverso gli occhi di chi ha vissuto ancora bambina, le violenze del fascismo”.

“ Questo – aggiunge - Maria lo ha fatto credo meglio di chiunque altro, traducendo quel dolore di bambina in memoria in cammino e aveva ragione, la sua è una traccia indelebile che, per chi ha avuto la fortuna come me di condividerne, non solo gli ideali ed i valori di riferimento, ma anche un bel rapporto di amicizia, segna profondamente l'esistenza”.

“A quattro anni dalla sua morte – conclude Fontanesi - è persino scontato dire che il ricordo non si cancella, ma visti i tempi che corrono, il ricordo da solo non basta, occorre raccoglierne il testimone, spostando la lancetta della memoria negli anni a venire, come Maria aveva saputo fare tanti anni fa dopo la morte del nonno, riaffermando ed attualizzando ogni giorno i valori di antifascismo e Resistenza, per i quali ha dato tutto come il padre ed i suoi fratelli.”