Salta al contenuto principale

Ricordi gli occhi di...?

A Reggio Emilia, dal 20 aprile scorso, su una rotonda di snodo del traffico cittadino è ricomparso il disegno di un paio di occhi intensi con una domanda: perché i vivi non ricordano gli occhi di? Interrogativo che a qualcuno farà canticchiare il brano di Daniele Sepe dedicato a eroi conosciuti e sconosciuti.
Accanto al disegno un nome che, se si presta attenzione, si vedrà cambiare ogni settimana.
Dunque una domanda, un nome, quegli occhi e un indirizzo web: www.gliocchidi.it
Se si va online e si apre la pagina ci si trova davanti ad un toccante progetto di Istoreco, l'istituto storico reggiano.
Qui è possibile leggere le storie di quei nomi, volti, occhi dimenticati perché del passato, perché la storia scritta sui manuali scolastici non appassiona quanto dovrebbe.
Storie di persone che tornano ad essere reali, vicine, grazie alle parole dello scrittore Arturo Bertoldi, che ridà vita a partigiani, ai deportati, agli antifascisti, senza retorica o banalità.

“Gli occhi di…” è un progetto nato nel 2010 al ritorno da un Viaggio della Memoria organizzato da Istoreco ad Auschwitz-Birkenau, è proseguito nel 2011 con il Viaggio a Berlino ed è tornato dopo un altro Viaggio in Polonia.
La terza edizione è interamente dedicata a resistenti europei della seconda guerra mondiale, donne e uomini di tante nazioni di cui gorno per giorno si perde un po' il ricordo. Come di Szymon e Gusta, una storia la loro di resistenza, amore e morte, talmente estrema ed esemplare da 'bucare' il tempo, da superare i confini generazionali.

“Ci siamo battuti da innamorati – si legge sul sito nella biografia scritta da Bertoldi - Ci conoscevamo già prima della guerra, ma ci siamo sposati nel 1940, quando lui uscì la prima volta dal carcere. Quando nel gennaio 1943 Szymson fu arrestato, io mi consegnai alla Polizia. Il nostro giuramento era chiaro: 'Niente e nessuno può dividerci'. Se vivere schiavi aveva poco senso, meno ne aveva vivere separati.”

Occhi da non dimenticare insomma; storie di eroi senza intenzione di esserlo, semplicemente esempi per il presente.
“Si ha sempre qualcosa da fare, da dire e da sognare quando si è partigiani”.

Gemma Bigi