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Mobilitazione per la campagna di rilancio dell'antifascismo

Prende vigore la campagna dell'Anpi per il rilancio dell'antifascismo come valore fondante. L'iniziativa viene rilanciata con forza dal presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia mentre a Isernia viene lanciato un appello alla mobilitazione dopo la condanna di un gruppo di cittadini democratici "colpevoli" di aver cantato "Bella ciao".

Ma andiamo per ordine.

"Ci appelliamo alle forze democratiche molisane, di centro, di destra e di sinistra, alle culture del cattolicesimo, del socialismo e del pensiero laico e liberale, che seppero unirsi nella lotta di liberazione contro il nazi-fascismo e permisero all’Italia di dotarsi di una Costituzione che ancora oggi è all’avanguardia nel mondo per principi di civiltà, di democrazia e di libertà". Inizia così l'appello dell'Anpi di Comitato Anpi Molise che così prosegue: "Chiediamo alle forze politiche e sociali di prendere posizione con nitidità sulla condanna di 7 antifascisti che cantarono “BELLA CIAO” ad Isernia e sulla manifestazione promossa sempre ad Isernia da “CASAPOUND” e “GIOVENTU’ ITALIANA del MOLISE” a cui ha partecipato anche un Repubblichino di Salò".

"Come ha denunciato il giuslavorista Carlo Smuraglia, l’ex-partigiano di 88 anni, attuale Presidente Nazionale dell’ANPI, c’è un Italia che è esposta ai rischi del populismo e di un fascismo di ritorno che minerebbero le libertà costituzionali essenziali e sancirebbero l’affermazione di una cultura autoritaria e neo-fascista. Il Presidente Smuraglia ha segnalato all’opinione pubblica nazionale il paradosso di uno Stato che ad Isernia colpisce l’antifascismo e resta silente di fronte ad avvenimenti preoccupanti. Per questo l’ANPI del Molise invita le istituzioni democratiche, i sindacati, i partiti e le associazioni a mobilitarsi in ogni sede in difesa della Costituzione Italiana.

"Un fatto significativo - ricorda da parte sua il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia - si è verificato a Isernia, dove c'è stata una manifestazione di Casa Pound (autorizzata) e un sit in di protesta (anch'esso autorizzato) con disposizioni dettate per garantire che le due parti non venissero a contatto e conseguentemente anche con un enorme impiego di polizia".

"Le disposizioni del Comitato per l'ordine pubblico sembrano essere state rispettate, tant'è che si è svolta la manifestazione, si è svolto il sit in, dal quale si sarebbe distaccato un gruppetto che sarebbe stato fronteggiato dalla polizia, talché sarebbe stato indotto ad allontanarsi, cantando".

"Dunque - sottolinea Smuraglia - non è accaduto nulla se non che un gruppo di manifestanti si era appena mosso e soprattutto aveva cantato, e cantato, ahimè, "Bella ciao", di cui si fa cenno perfino nel decreto penale di condanna. È quanto è accaduto in mille occasioni, in questi anni, in Italia e non ricordiamo che, ci siano stati provvedimenti e tanto meno provvedimenti giudiziari, quando non si è verificato nessun vero incidente. In questo caso, invece, la scure impietosa della giustizia si è abbattuta su un gruppetto di antifascisti, condannandoli per decreto penale, che presumo sarà oggetto di opposizione".

"Al di là della banalità della vicenda - argomenta il presidente nazionale dell'Anpi - colpiscono alcune cose che non si possono non rilevare: si dimostra tolleranza per un movimento di fascisti sedicenti "del terzo millennio", che in quanto tali sarebbero fuori dalla Costituzione e dal nostro stesso sistema, come ha detto la stessa corte di Cassazione, che ha ritenuto la responsabilità penale di chi ha fatto il saluto romano in uno stadio o ha spiegato un tricolore con un fascio littorio inciso al centro. E poi si fa la faccia feroce con gli antifascisti che protestano, senza aver compiuto alcun atto di una qualsiasi rilevanza penale".

"Sarà casuale, ma è singolare che nel decreto penale non ci si limiti a dire che poi si allontanavano, magari cantando, (farebbe poca differenza se silenziosamente o cantando) ma specificando che cantavano proprio "Bella ciao". In realtà, ed al di là della reale volontà dei singoli protagonisti (Questori, Prefetti, Organi di polizia, Magistrati, sicuramente convinti e determinati a fare ciascuno quello che riteneva essere il proprio dovere) si sarebbe portati a concludere che il nostro sistema statuale è più portato a tollerare i fascisti che non gli antifascisti. Se così fosse sarebbe ancora più giustificata la campagna che stiamo avviando per il rilancio dell'antifascismo in tutto il Paese, fra i cittadini ma anche nelle istituzioni, che non sempre appaiono conformi, nella sostanza e nello spirito, al disegno costituzionale, che è non solo democratico ma anche profondamente antifascista (e non solo nella dodicesima disposizione transitoria, come alcuni mostrano di credere, ma in tutti i princìpi, in tutti i valori che pervadono e percorrono la Carta Costituzionale)".